Stabilità
Dopo i recenti attacchi di individui contro le folle, i media cinesi si concentrano sui malesseri sociali. Alcune storie provano a raccontare il complicato momento economico dei cinesi.
Set-list:
Stabilità e poca mobilità
Economia e finanza
Tecnologia
Politica estera e affari militari
Commenti
Storie dall’Asia
Ciao a tutte e tutti, un breve disclaimer prima di cominciare per alcune piccole novità: intanto vorrei ringraziare i tanti e le tante che si sono iscritte. Il numero comincia a essere notevole e dato che ho deciso di investire personalmente in questa newsletter, ho attivato la possibilità di sottoscrivere anche a pagamento. Non è obbligatorio, le newsletter saranno comunque leggibili da chiunque si sia iscritto. Per chi volesse però, c’è un sistema di donazioni attivato. Grazie a chi già si è abbonato e a chi lo farà. (Quando gli abbonati arriveranno a una cifra che mi sono dato come obiettivo, per chi si è abbonato usciranno due newsletter speciali al mese).
Altra cosa: Come vedete dalla set-list, la scelta di usare solo fonti cinesi (e asiatiche, pur riportando in fondo a ogni sezione anche eventuali lin a media internazionali) mi ha portato a cambiare l’indice. Ci sarà sempre un tema di introduzione e poi troverete traduzioni e link a pezzi divisi per aree. Se avete dei suggerimenti scrivitemi pure!
Dette queste cose burocratiche, buona lettura!
Stabilità
Nella scorsa newsletter ho affrontato il tema del costo della vita percepito in Cina. In questa parleremo di attacchi contro le folle, ma prima di entrare nel merito, per farvi capire l’urgenza - in un certo senso - dell’opinione pubblica cinese sul tema delle difficoltà economiche, proprio in questi giorni su 36kr, un sito specializzato in contenuti tecnologici, è uscito un pezzo nel quale viene raccontata la storia di un ragazzo: dopo aver lavorato in un’azienda tecnologica (lo capiamo perché nell’articolo è scritto “996的工作”, cioè “l’impiego 996”, ovvero dalle 9 alle 9 per sei giorni a settimana, “il sistema” classico delle aziende tech) ha deciso di aprire un minimarket. Pensava due cose con questa scelta: di guadagnare di più e di lavorare di meno.
Insomma, non si sarebbe mai aspettato di rimanere intrappolato nel circuito fisico della vendita al dettaglio. Per “ridurre le perdite”, ha ricominciato a lavorare come un somaro fuori dal minimarket di cui oggi riesce a occuparsi a malapena. Ha raccontato che “La prima e l'ultima cosa che faccio ogni giorno quando mi sveglio è calcolare quanti soldi ho perso”. (…) La sua non è un’esperienza unica. Un altro ragazzo ha deciso di aprire un negozio a Pechino. “Nel settembre di quest'anno, ha raccontato, ho lasciato il lavoro per avviare un'impresa e ho rilevato un minimarket”. Era estremamente impegnato con le decorazioni, gli acquisti, il reclutamento, era la prima volta che sperimentava cosa significa essere un capo. Ma inaspettatamente, la realtà lo ha gelato. Nella prima settimana di apertura, il fatturato del minimarket riusciva a malapena a mantenersi intorno ai 1.000 yuan, ma non molto tempo dopo, il fatturato è improvvisamente sceso a poche centinaia di yuan al giorno. Questo stato è durato due mesi: i clienti diminuiscono sempre più così come le vendite.
Ora, i motivi delle difficoltà dei minimarket sono tanti (ad esempio il drastico calo della vendita di sigarette in Cina: a questo proposito un’altra cosa che ho notato a Pechino rispetto al passato, è che i cinesi fumano meno, almeno i più giovani), ma in generale una cosa in comune che hanno i casi di disfatta economica di questi “piccoli imprenditori”, è che sono calati i consumi perché i cinesi stanno più attenti a cosa spendono. E perdere il lavoro, non trovarlo, non riuscire a ottenere un prestito può cambiare, in peggio - e di molto - la propria vita.
E passiamo al tema della settimana.
28 ottobre: a Pechino un uomo di 50 anni, poi arrestato, ferisce cinque persone, tra cui tre minorenni, a colpi di coltello
12 novembre: a Zhuhai un uomo di 62 anni, poi arrestato, uccide 35 persone lanciandosi con l’auto contro la folla.
17 novembre: a Wuxi un ragazzo di 21 anni, poi arrestato, uccide 8 persone e ne ferisce 17 a colpi di coltello.
19 novembre: a Changde, un uomo di 39 anni, poi arrestato ferisce 8 studenti, dopo essersi lanciato contro di loro con l’auto.
In precedenza c’erano stati attacchi contro alcune persone giapponesi, ne avevo parlato in questa newsletter: insomma queste “vendette contro la società”, come vengono chiamate, sono diventate notizie sia di cronaca, sia di riflessione politica. Ci sono alcui elementi in comune in tutti gli attacchi: i colpevoli arrivano spesso da condizioni svantaggiate (chi ha perso il lavoro, chi non lo trovo, chi si vede rifiutato un prestito, chi ha problematiche legate alla salute mentale). Le cause economiche sono quasi sempre le più frequenti, a conferma di un perioco complicato per la società cinese sul quale ritorneremo, perché questo degli attacchi è uno dei risvolti. E la velocità con la quale il governo ha provato da un lato a ripulire il web (cercando di minimizzare gli avvenimenti e limitare la cronaca giornalistica al riguardo) e dall’altro a fornire subito risposte, non fa che sottolineare la rilevanza di questi fatti.
Lo stesso Xi Jinping, per fare capire l’importanza di questi eventi, è intervenuto. Dopo i fatti di Zhuhai, Xi ha sollecitato “sforzi totali” per curare i feriti e ha chiesto una punizione severa per l'autore. In particolare, secondo Xinhua, ha anche chiesto a “tutte le autorità competenti di trarre lezioni dal caso e di rafforzare la prevenzione e il controllo dei rischi alla fonte. Ha anche sottolineato l'importanza di risolvere le controversie in tempo, prevenire il verificarsi di casi estremi e fare ogni sforzo per salvaguardare la sicurezza della vita delle persone e la stabilità sociale”.
Su un aspetto, “l’importanza di risolvere le controversie”, sono intervenuti subito sia la Corte Suprema - “saranno puniti severamente i crimini più gravi e crudeli in conformità con la legge e sarà mantenuta la stabilità sociale” - sia il ministero della giustizia, che ha esortato “i mediatori locali a svolgere 'indagini approfondite ' sulle controversie che coinvolgono familiari, vicini, terreni e salari”. Poi, di recente, Yin Bai, segretario generale della Commissione centrale per gli affari politici e legali, ha esortato le forze di sicurezza cinesi a sfruttare le loro riserve di dati per aiutare a prevedere e prevenire tali attacchi.
Sul tema è intervenuto anche il Quotidiano del Popolo, l’organo ufficiale del Partito comunista. In un articolo dal titolo “Compiere ogni sforzo per garantire la sicurezza della vita delle persone e la stabilità sociale”, leggiamo:
Di recente si sono verificati diversi casi estremi che minacciano la sicurezza pubblica, di natura estremamente grave. Dobbiamo imparare lezioni profonde da questi incidenti, considerare tutti gli aspetti, mantenere un'elevata vigilanza come se camminassimo su un ghiaccio sottile, rafforzare la prevenzione e il controllo dei rischi alla fonte, intensificare gli sforzi per combattere e prevenire tali incidenti e fare ogni sforzo per salvaguardare la vita delle persone e la stabilità sociale. La protezione della vita e della sicurezza delle persone non può mai essere allentata o vacillata. I comitati di partito e i governi a tutti i livelli devono seriamente implementare le importanti direttive del Segretario generale Xi Jinping e le decisioni del Comitato centrale del partito, ricordare che la sicurezza pubblica è la questione di sostentamento più basilare, porre la protezione della vita delle persone in una posizione ancora più importante, reprimere fermamente i comportamenti criminali estremi secondo la legge, punire severamente gli atti criminali dolosi, non dare ai criminali alcuna opportunità di sfruttamento e assumersi efficacemente la responsabilità politica di "promuovere lo sviluppo e garantire la sicurezza nella loro giurisdizione". Dobbiamo sostenere e sviluppare l'"Esperienza di Fengqiao" nella nuova era, costruire un meccanismo completo di gestione dei conflitti sociali che includa prevenzione delle fonti, screening e smistamento, risoluzione delle controversie e risposta alle emergenze, migliorare il sistema di servizi psicologici sociali e il meccanismo di intervento in caso di crisi, tessere una stretta rete di protezione della sicurezza pubblica e mantenere pienamente la stabilità sociale complessiva.
Ho sottolineato questa frase, “dobbiamo sostenere e sviluppare l'"Esperienza di Fengqiao" nella nuova era”, perché da tempo se ne parla, dopo che Xi Jinping ha ricordato “l’esperienza di Fengqiao”, una specie di recupero di una consuetudine di era maoista, per rimediare a questi attacchi contro le persone. Una pratica che all’epoca di Mao doveva dimostrare la superiorità delle masse nel risolvere contenziosi e liti in modo informale, facendo meno arresti e garantendo la sicurezza pubblica. Su questo tema, di cui sentiremo ancora parlare se non diminuiranno questi eventi, potete trovare qui un articolo in cinese e qui un articolo in inglese (del Scmp). Vi segnalo anche questo pezzo della Reuters nel quale c’è l’elenco di questi tipi di incidenti dal 2014 a oggi.
Economia e finanza
#DaziNostri, la reazione cinese all’annunzio di nuove tariffe da parte di Trump
Come saprete il 26 novembre, sul suo social network Truth, il presidente eletto statunitense ha minacciato una ulteriore tariffa del 10% su tutti i suoi prodotti esportati in Usa da Pechino finché non metterà fine al traffico di droga negli Stati Uniti, in particolare di Fentanyl. La risposta ufficiale cinese è stata duplice: da un lato il premier Li Qiang, poco prima dell’annuncio di Trump, partecipando alla fiera delle suplly chain aveva messo in guardia dalle “mosse protezionistiche”, che secondo lui stanno “danneggiando le catene industriali e di fornitura globali, aumentando ulteriormente i costi aziendali, riducendo l'efficienza economica e ostacolando lo sviluppo comune”. Poi il portavoce del ministero degli esteri ha ricordato le cooperazioni in corso tra Cina e Usa per quanto riguarda il fentanyl (la Cina è accusata di esportare le sostanze che servono a creare questa sostanza, che negli Stati Uniti sta facendo una strage).
#E a proposito di Trump, in Cina si discute anche delle sue prime nomine
Sul tema vi segnalo questo commento (piuttosto feroce contro il presidente eletto statunitense) di Zhou Xiaoming, ex vice rappresentante della missione permanente della Cina presso le Nazioni Unite a Ginevra, che ha scritto su Guancha:
Trump sta formando un governo che potrebbe essere il più ostile alla Cina nella storia degli Stati Uniti: tra i suoi membri chiave del gabinetto il candidato al ruolo di Segretario di Stato Rubio è un noto pioniere anti-cinese tanto da essere stato sanzionato da Pechino. Mike Walz, nominato consigliere per la sicurezza nazionale, una volta definì la Cina una minaccia “esistenziale” per gli Stati Uniti e sollecitò gli Stati Uniti a prepararsi a potenziali conflitti nella regione Asia-Pacifico. Con questi elementi radicali anti-cinesi in carica come alti funzionari, è possibile che Washington sia tenera nei confronti della Cina? A giudicare dal suo primo mandato, Trump non sembra avere molto interesse a gestire le differenze tra Cina e Stati Uniti, ma era parso più interessato a creare e intensificare i conflitti, a intensificare le tensioni e a raggiungere obiettivi geopolitici attraverso l’obiettivo della “massima pressione”.
#E in tutto questo Jamieson Greer, è stato nominato rappresentante per il commercio degli Stati Uniti
Greer ha sempre sostenuto una linea dura contro Pechino ed è un teorico del “disaccoppiamento”, cioè della separazione completa delle economie cinesi e statunitensi (ipotesi considerata dalla stragrande degli analisti impossibile). Cito da Bloomberg:
Greer ha svolto un ruolo chiave nell'imposizione di tariffe alla Cina durante il primo mandato di Trump. In qualità di ex capo dello staff di Robert Lighthizer, che all'epoca era il rappresentante commerciale di Trump, Greer condivide una posizione dura su Pechino. Nella sua testimonianza di maggio davanti alla Commissione di revisione economica e di sicurezza USA-Cina, Greer ha fornito una tabella di marcia per le politiche che la nuova amministrazione potrebbe perseguire, tra cui misure volte a impedire alle aziende cinesi di trasferirsi in altri paesi per eludere i dazi statunitensi. “Non esiste una soluzione miracolosa e in alcuni casi lo sforzo di perseguire un disaccoppiamento strategico dalla Cina causerà dolore a breve termine", ha affermato. "Tuttavia, il costo di non fare nulla o di sottovalutare la minaccia posta dalla Cina è molto più elevato".
#La Cina punta a ridurre i costi logistici per rafforzare l'efficienza economica
Di recente, il Ministero dei Trasporti e il Ministero delle Risorse Naturali, insieme ad altri enti, hanno avviato iniziative per abbattere i costi logistici a livello nazionale. Secondo quanto appreso, la Cina si prepara a lanciare un piano d’azione mirato alla riduzione dei costi logistici, il cui schema è in fase di definizione. Secondo i dati della China Federation of Logistics & Purchasing, nel 2023 i costi totali della logistica sociale in Cina hanno rappresentato il 14,4% del PIL, con una riduzione dello 0,3% rispetto all’anno precedente e di oltre 3 punti percentuali rispetto al 2012. Nei primi sei mesi del 2023, questo rapporto è sceso ulteriormente al 14,2%, confermando un trend di graduale diminuzione. Tuttavia, resta ancora un divario rispetto all’obiettivo fissato nel Piano quinquennale per lo sviluppo della logistica moderna, che prevede un calo di 2 punti percentuali entro il 2025. (…) Zhou Zhicheng, direttore del dipartimento di ricerca della China Federation of Logistics & Purchasing, osserva che il costo della logistica in Cina presenta ancora ampi margini di riduzione, essendo elevato in tutte le fasi della catena di approvvigionamento, dalla produzione alla distribuzione. Tra i principali problemi vi sono l’efficienza logistica insufficiente, la scarsa condivisione delle infrastrutture e l’assenza di coordinamento lungo la filiera. Inoltre, l’organizzazione logistica frammentata provoca sprechi di risorse e riduce il livello di integrazione. L’articolo in cinese
#Le imprese cinesi potrebbero puntare sulle acquisizioni internazionali per contrastare le minacce tariffarie di Trump: “Un’accelerazione verso la globalizzazione”
Durante la sua campagna elettorale, Trump aveva promesso di applicare dazi tra il 10% e il 20% su tutte le importazioni, con tariffe che potrebbero raggiungere il 60%-100% per i beni provenienti dalla Cina. Con il suo insediamento previsto per il 20 gennaio 2025, tali misure protezionistiche sembrano sempre più probabili. Di fronte a questa prospettiva, alcune aziende cinesi starebbero considerando di aprire uffici di vendita, stabilimenti produttivi o filiali negli Stati Uniti. Secondo Lawrence Luo, responsabile dei servizi di M&A per Deloitte Cina e regione Asia-Pacifico, le acquisizioni potrebbero rappresentare una soluzione più rapida rispetto alla creazione ex novo di infrastrutture commerciali o produttive. “Un dato è chiaro: le imprese cinesi stanno cercando con urgenza alternative per esportare negli Stati Uniti e vendere sul mercato americano”, ha dichiarato Luo. “Le acquisizioni all’estero non solo potrebbero rispondere alla minaccia dei dazi, ma accelererebbero il processo di globalizzazione delle aziende cinesi”. L’articolo in cinese
#Energia: Sinopec e il giacimento di gas naturale Tongnanba
Il giacimento di gas naturale Tongnanba, situato nella provincia del Sichuan, ha ottenuto la certificazione del Ministero delle Risorse Naturali per un incremento di 55,159 miliardi di metri cubi nelle riserve geologiche accertate. Con questo aggiornamento, le riserve totali accertate del giacimento raggiungono 1.066 miliardi di metri cubi, trasformandolo in uno dei principali giacimenti del bacino del Sichuan e fornendo un contributo strategico alla sicurezza energetica nazionale. L’articolo in cinese
#Finanza: il rapporto diffuso dall'Asset Management Association of China
Secondo il rapporto di ottobre, il settore dei fondi di investimento è in miglioramento con numeri importanti nell’apertura di nuovi fondi. Nel mese di ottobre, sono stati registrati 587 nuovi fondi privati per un totale di 22,946 miliardi di yuan. L’articolo in cinese
Tecnologia
#Il vice premier Ding Xuexiang su Internet. Ding è vice premier e ha aumentato il suo potere dopo la nomina a responsabile per la scienza e la tecnologia per il partito comunista. La scorsa settimana ha partecipato alla cerimonia di apertura della Conferenza mondiale su Internet del 2024 a Wuzhen e ha fatto un discorso. Ha detto che “Internet, i big data, il cloud computing, l’intelligenza artificiale, la blockchain e altre tecnologie fanno costantemente passi avanti e danno pieno potere allo sviluppo economico e sociale. Tuttavia, il divario digitale si sta ancora ampliando e la situazione della sicurezza della rete è più grave. Per una nuova fase, per un “futuro digitale migliore” Ding ha suggerito alcune cose, che rappresentano la declinazione della politica di Xi nel cyberspazio: multilateralismo, sostegno ai paesi in via di sviluppo, rafforzare la sicurezza informatica. L’articolo in cinese
#Terzo festival dei podcast a Shanghai: nel 2025 gli ascoltatori di podcast in Cina potrebbero superare quota 150 milioni.
A settembre 2024, il numero totale di podcast sulla piattaforma Xiaoyu ha superato i 130.000, con un aumento di oltre il 40% su base annua. Sono arrivati sempre più istituzioni, media, esperti, studiosi, celebrità e imprenditori nel mondo dei podcast; i podcast sono gradualmente diventati una nuova frontiera per il consumo di contenuti e la diffusione culturale. Su questa base anche la commercializzazione dell’industria dei podcast continua a surriscaldarsi e ad accelerare. Oltre agli inserzionisti tradizionali e ai pagamenti del programma direct-to-consumer (DTC), sempre più creatori e aziende stanno iniziando a utilizzare i podcast per rafforzare l'influenza della proprietà intellettuale personale e dei marchi aziendali e integrarli con lo shopping e-commerce e lo shopping online.
L’articolo in cinese
#Huawei lancia il suo nuovo modello di smartphone con AI
Nella scorsa newsletter avevamo visto il discorso del presidente di turno a proposito di Hongmeng, il sistema operativo dei cellulari Huawei. Discorso preparatorio per il lancio di Mate70: “Richard Yu, presidente della divisione elettronica di consumo di Huawei, ha affermato che la nuova gamma vanta una serie di funzionalità di intelligenza artificiale, controllo gestuale e tecnologia contactless per il trasferimento dati tra dispositivi Huawei. “Supporta tutti i tipi di funzionalità di intelligenza artificiale, dalle traduzioni in tempo reale delle telefonate con uno straniero al trasferimento contactless di dati tra dispositivi tramite gesti”, ha affermato Yu. Ha anche pubblicizzato una funzionalità di privacy che sposta il testo dallo smartphone dell'utente allo smartwatch quando rileva un passante che guarda lo schermo del telefono. L’articolo di Nikkei Asia
Politica estera e affari militari
#Un altro ministro della difesa fatto fuori per corruzione?
In questo caso lo scoop è del Financial Times (l’articolo è di Demetri Sevastopulo). La cosa clamorosa è che è il terzo di fila a ricoprire questo ruolo e a saltare per corruzione.
Secondo attuali ed ex funzionari statunitensi, la Cina ha messo sotto indagine il suo ministro della Difesa, all’interno di un nuovo scandalo legato alla corruzione che ha colpito i vertici dell’Esercito popolare di liberazione.
L’ammiraglio Dong Jun, che nel dicembre 2023 è stato nominato dopo che il suo predecessore era stato allontanato per corruzione, sarebbe indagato come parte all’interno d un'indagine più ampia.
Commenti
#Liberalizzazione e diritto o economia pianificata?
Zhang Weiying è uno degli economisti più importanti in Cina e di recente alla Beida ha fatto un discorso riportato su WeChat (sull’account dell’università). Zhang pone da sempre l’attenzione alle liberalizzazioni e all’avanzamento dello stato di diritto come le questioni più importanti che la Cina ha affrontato nel tempo e che hanno garantito a Pechino i successi economici che ha consolidato nel tempo.
Per questo, secondo Zhang, “l'economia cinese contiene problemi di primo e secondo ordine. La questione di primo ordine riguarda la filosofia che sosteniamo e il modello istituzionale che adottiamo, se approfondire ulteriormente il processo di liberalizzazione e dello stato di diritto, o se invece intendiamo ritirarci nell’era dell’economia pianificata e del governo dell’uomo. Le questioni di secondo ordine riguardano politiche economiche specifiche, compreso come utilizzare le politiche fiscali e monetarie per stimolare investimenti e consumi, come stimolare le esportazioni e come risolvere i problemi affrontati da settori specifici (come quello immobiliare). Le discussioni attuali nel campo dell'economia si concentrano in gran parte sulle questioni di secondo ordine, con le questioni di primo ordine spesso trascurate”.
Nel suo intervento Zhang ripercorre la storia delle riforme dall’era di Deng e suggerisce, per il futuro, di occuparsi innanzitutto delle questione di “primo ordine”. L’articolo in cinese.
#"La Cina non seguirà mai il modello occidentale”
”Dieci anni fa ho partecipato a un convegno ed ero l'unico tra il pubblico a credere fermamente che il modello cinese avrebbe superato il modello americano”. Il titolo è tutto un programma ed è quello di un’intervista di Guancha a Zhang Weiwei, una specie di rockstar dei politologi cinesi, iper nazionalista, animatore, ormai un’era fa, di un sito che aveva come principale scopo quello di demistificare le narrazioni occidentali sulla Cina. Ridurlo però solo a un nazionalista e basta non è corretto; Zhang è in ogni caso una voce che rappresenta una parte dell’opinione pubblica (e non solo) e che da sempre denuncia il cosiddetto “doppio standard” occidentale. Insomma Zhang aveva delle posizioni che un po’ di tempo fa erano considerate estreme, mentre oggi non lo sono più (non sto sostenendo sia un bene, ma è così). Facciamo un esempio di questa intervista:
Domanda: tu sostieni che la Cina non potrà mai adottare il modello democratico liberale occidentale. Oppure non lo vogliamo in questa fase e forse lo prenderemo in considerazione più tardi?
Zhang Weiwei: Non adotteremo mai i sistemi occidentali. La nostra comprensione dell’Occidente è dieci volte superiore alla comprensione dell’Occidente della Cina. Abbiamo circa tre milioni di studenti che studiano in Occidente e due terzi di loro sono tornati a casa.
Domanda: Con tutto il rispetto, questa non è una risposta
Zhang Weiwei: La mia risposta alla tua domanda è che la nostra visione è andata oltre il modello occidentale, da tempo.
L’intervista la trovate tutta qui
#XiJinping sull’innovazione
Sulla rivista teorica del Partito ha pubblicato un documento di Xi Jinping sull’innovazione. Qui trovate un estratto.
Storie dall’Asia
In Asia c’è un problema di obesità nelle middle class: l’articolo di Nikkei Review
40 anni fa a Bhopal in India c’è stato il più grande disastro industriale della storia. L’ultima puntata di Altri Orienti è su questo
La storia del giapponese che ha trascorso più tempo di tutti in un braccio della morte
Grazie per aver letto Il Partito, politica in Cina e Asia.
Io sono un giornalista, lavoro a Chora Media, conduco due podcast “Altri Orienti” e “Fuori da Qui”. Ho vissuto a lungo in Cina e in Asia, dove ho fondato China Files. Provo a raccontare cosa succede in questi luoghi con la newsletter, con i libri, con dei video su Youtube. E pure qui su Instagram.
A domenica prossima!
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