Previsioni
Il futuro delle riforme in Cina tra fisco, imprese private e statali nelle parole di un giornalista cinese. Il futuro tra Cina e Usa secondo uno dei massimi esperti cinesi di relazioni internazionali
Set-list:
Previsioni interne
Previsioni estere
Storie dalla Cina
Asia: Corea del Sud
Asia: Giappone
Asia: Bangladesh
Benvenuti alla nuova newsletter de Il Partito, politica in Cina e Asia.
Io sono un giornalista, lavoro a Chora Media, conduco due podcast “Altri Orienti” e “Fuori da Qui”. Ho vissuto a lungo in Cina e in Asia, dove ho fondato China Files. Provo a raccontare cosa succede in questi luoghi con la newsletter, con i libri, con dei video su Youtube. E pure qui su Instagram.
Previsioni interne
Nelle settimane scorse mi sono ritrovato a chiacchierare con Gao Yingshi aka Fred Gao. Gao è un giornalista cinese, vive a Pechino e lavora per la Cgtn, il conglomerato radio televisivo statale cinese. Ma come scrive in ogni bio presente sui social, le opinioni di Gao non rappresentano quelle della Cgtn. Proprio qui su Substack ha una newsletter, Inside China, a cui io sono abbonato. Nella newsletter Gao offre sempre traduzioni o riflessioni intorno al mondo politico cinese molto interessanti, quasi sempre fuori da quelle che si sentono spesso anche sui media stranieri.
Allora ho chiesto a Gao se gli andava di rispondere a qualche domanda, apposta per questa newsletter, in attesa di beccarci di persona a Pechino (non troppo in là, tra l’altro :)
Qui di sotto ci sono le mie domande e le sue risposte.
La prima domanda è ovviamente sul terzo Plenum svoltosi a luglio: cosa pensi di quanto scritto alla conclusioni e quali sono le riforme che dovremo aspettarci.
La dichiarazione conclusiva contiene molte riforme in diversi aspetti dell'economia cinese, dalla riforma delle imprese statali (SOE) a quella del sistema Hukou (di entrambe le riforme avevo scritto nella newsletter Il più atteso, ndr). L'obiettivo è quello di trasmettere la visione del Partito comunista Cinese sull'economia; tuttavia, dobbiamo ancora aspettare che i vari dipartimenti redigano le agende specifiche per le singole riforme.
Vorrei evidenziarne alcune che mi hanno colpito particolarmente. La prima è la riforma delle SOE; il documento afferma: "Stabiliremo un sistema per valutare le prestazioni delle SOE nel compimento delle loro missioni strategiche, perfezioneremo il sistema di valutazione delle SOE basato sulle categorie e introdurremo il calcolo del valore aggiunto nel settore delle imprese statali."
La mia opinione è che potremmo vedere un sistema di valutazione più diversificato per i diversi tipi di SOE; per quelle focalizzate sul benessere pubblico, la valutazione potrebbe dare priorità alla loro efficacia nel raggiungimento delle missioni strategiche e degli obiettivi sociali. Questo potrebbe comportare la misurazione del loro impatto su indicatori sociali chiave, della qualità dei servizi pubblici forniti e del successo nell'affrontare le sfide critiche per la popolazione.
D'altra parte, le SOE che operano in mercati competitivi potrebbero essere valutate principalmente in base alle loro prestazioni aziendali e alla sostenibilità finanziaria. Inoltre, dovremmo aspettarci più riforme orientate al mercato nei settori dell'elettricità e delle ferrovie, e potremmo vedere una maggiore partecipazione del settore privato in queste due aree.
La seconda è la riforma del sistema Hukou (il sistema di registrazione delle famiglie che classifica la popolazione cinese sulla base della provenienza, la professione, l’etnia ecc, ancorando tra l’altro i servizi, il welfare in pratica, al luogo d’origine, ndr); il documento afferma: "Implementeremo i sistemi che consentono alle persone di ottenere la registrazione del nucleo familiare e accedere ai servizi pubblici di base nel luogo di residenza permanente." Questo invia un segnale chiaro che la Cina allenterà ulteriormente le restrizioni del sistema Hukou. Per coloro che si trasferiscono dalle aree rurali a quelle urbane, potremmo vedere più politiche volte a garantire che possano godere di un welfare sociale e di benefici equi, come l'assicurazione sociale e i sussidi per l'affitto delle abitazioni. (Come vedremo nel capitolo “Modello cinese? di questa newsletter, questa potrebbe essere un risposta, chissà se sufficiente, al problema dei consumi delle famiglie, ndr)
A Gao ho chiesto se ha senso quanto ho scritto nella newsletter “L’industria del futuro”, cioè che a forza di fissarci su Xi Jinping finiamo per non vedere tante cose che accadono in Cina.
La Cina è una società moderna estremamente complessa che contiene elementi di società pre-moderne, moderne e post-moderne. Data questa complessità, dobbiamo prestare attenzione ai leader e ai loro punti di vista. (E penso che una leadership forte sia necessaria). (Questa storia della leadership, vedrete che tornerà nel prossimo paragrafo della newsletter :) ndr).
Inoltre, dobbiamo prestare attenzione ai diversi stakeholder e ai loro interessi specifici. Ad esempio, il settore privato influenza le politiche allo stesso modo delle aziende straniere? All'interno del settore privato, sono sempre allineati riguardo a specifiche politiche? Dobbiamo anche concentrarci su come vengono prese le decisioni e sul processo. Questo è anche parte del motivo per cui ho iniziato la mia newsletter, Inside China, con cui provo a spiegare la complessità della società cinese. (È anche un processo di apprendimento per me stesso). Penso che i media occidentali dovrebbero prestare maggiore attenzione a tali questioni.
Dal tuo punto di vista, qual è l'umore generale all'interno della comunità imprenditoriale cinese? C'è pessimismo o c'è la convinzione che le riforme previste serviranno a qualcosa?
La risoluzione rivela riforme che riguardano vari aspetti dell'economia. Vedo aziende di tutti i settori cercare di analizzare il documento per individuare le opportunità di investimento. Prendiamo, ad esempio, la riforma delle ferrovie e dell'elettricità; le riforme hanno aperto la porta ai settori privati, permettendo loro di investire in questi due settori cruciali. Questo, combinato con la riforma dei prezzi fluttuanti orientati al mercato per i biglietti ferroviari e i prezzi dell'elettricità a gradini, consente ai settori privati di condividere i benefici.
Si è parlato molto di nuove forze produttive di qualità. Nella vita reale, come percepisce la popolazione cinese questo aspetto?
È percepito come una combinazione di diversi fattori che hanno permesso di aggiornare l'economia cinese da un modello basato sull'intensità di manodopera a uno orientato alla tecnologia e al capitale. Questo concetto include la produzione ad alta tecnologia, come la realizzazione di veicoli elettrici (EV), batterie al litio e prodotti fotovoltaici. Tuttavia, il concetto non può essere limitato solo alle industrie emergenti; anche l'aggiornamento delle industrie tradizionali e il loro rafforzamento in termini di sostenibilità finanziaria ed ecologica possono essere visti come sviluppo di nuove forze produttive.
Nelle discussioni recenti su questo argomento, si è posto un crescente accento sull'adattamento delle misure alle condizioni locali. Non è necessario che tutte le contee abbiano le proprie industrie emergenti; piuttosto, si concentra sull'aggiornamento delle industrie locali per migliorare la loro efficienza e competitività, basandosi sui propri punti di forza.
A cosa dovremmo prestare attenzione per comprendere la direzione che prenderà l'economia cinese?
Ci sono molti aspetti che meritano attenzione, come le riforme delle imprese statali (SOE) e l'ulteriore apertura ai viaggiatori e agli investitori internazionali. Ma se dovessi sceglierne uno solo, direi la riforma fiscale. È una delle parti più fondamentali del funzionamento di una nazione. (Sappiamo tutti quanto sia importante la capacità fiscale per la formazione di uno stato moderno e per le dinamiche di potere tra il governo centrale e locale.)
Dalla riforma fiscale del 1994, la Cina ha istituito un sistema di condivisione delle imposte tra i governi locali e quello centrale. Per lungo tempo, la Cina ha affrontato uno squilibrio tra le entrate e le spese dei governi centrali e locali. La percentuale delle entrate fiscali locali rispetto alle entrate fiscali nazionali è stata a lungo mantenuta al di sotto del 55%, mentre le spese fiscali sostenute dai governi locali sono state a lungo superiori all'80%. Questo squilibrio ha portato all'accumulo del debito locale e ad altri problemi derivati.
Nel documento del terzo plenum, si afferma: "Prenderemo misure per spostare la riscossione delle accise lungo la catena di produzione e consumo, con il potere di riscossione che sarà progressivamente trasferito ai governi locali." Secondo me, per affrontare lo squilibrio fiscale, il governo centrale sta trasformando la tassa sui consumi da una tassa centrale a una tassa condivisa tra il governo centrale e quello locale, posticipando la fase di riscossione a un momento successivo, il che aiuta anche i governi locali ad espandere le loro entrate fiscali.
Nel comunicato stampa del Ministero delle Finanze del 31 luglio, vediamo anche che il prossimo passo è considerare lo spostamento del punto di riscossione della tassa sui consumi più a valle e trasferirlo progressivamente alle autorità locali. Si sta studiando la fusione della tassa per la manutenzione e la costruzione urbana, del sovrapprezzo per l'istruzione e del sovrapprezzo locale per l'istruzione in un'unica sovrattassa locale.
Basandosi sulla legislazione centralizzata e sul diritto di imporre tasse, si sta esplorando e studiando la possibilità di concedere una maggiore autonomia alle autorità locali nella determinazione degli elementi del sistema fiscale locale e della sua attuazione specifica.
Previsioni estere
Yan Xuetong, preside dell'Institute of International Relations presso la Tsinghua University, è una star mondiale delle relazioni internazionali: i suoi libri sono tradotti in tutto il mondo, scrive su quotidiani internazionali, era molto apprezzato da Kissinger. Potremmo definirlo un “falco” della politica estera cinese, uno studioso fortemente critico della democrazia liberale; la sua teoria si basa sull’importanza della leadership politica, per dirla nel modo più semplice.
In realtà però tra le pieghe dei suoi libri c’è un approccio meno duro di quanto venga solitamente enfatizzato. Dopodiché: non sono quasi per niente d’accordo sulla sua enfasi sulla leadership, ma Yan offre spunti molto importanti per comprendere meglio l’approccio cinese alle relazioni internazionali e per approfondire di più il suo pensiero, non posso che invitarvi a leggere due dei suoi libri, che indico in fondo a questo capitolo.
Prima vorrei condividere con voi alcuni passaggi di una lunghissima intervista che ha rilasciato al South China Morning Post. Intervista fatta prima dei cambiamenti nella politica americana che abbiamo visto di recente, via Joe Biden, dentro Kamala Harris ad esempio, ma ritengo sia particolarmente interessante, specie in alcuni passaggi.
Yan è uno molto ascoltato a Pechino, anche negli ambienti del Pcc e quindi le sue parole hanno un peso. Ecco alcuni passaggi sui “prossimi dieci anni di politica internazionale” con un occhio alle relazioni tra Cina e Usa.
Posto che le relazioni tra Cina e Usa continueranno a peggiorare al di là di chi sarà alla Casa Bianca, dal punto di vista internazionale, la guerra Israele-Gaza ridurrà l'influenza politica globale degli Stati Uniti. Ciò è già molto ovvio, perché anche i suoi alleati devono prendere le distanze da loro su questo tema. Ciò non cambierà fino alla fine della guerra.
Secondo Yan inoltre il divario economico tra Cina, Stati Uniti e resto del mondo aumenterà: “il risultato sarà che la struttura bipolare tra Cina e Stati Uniti diventerà più evidente”.
Poi secondo me c’è la parte più interessante di tutte, divisa in tre risposte.
La prima è questa: Yan constata che per quanto la Cina cresca, in ogni caso, ormai - riassumo in parole molto semplici - Pechino non supererà Washington come prima potenza mondiale. Allora la giornalista chiede: Quindi l'idea di un Oriente in ascesa e di un Occidente in declino potrebbe non essere applicabile alla realtà futura?
Qui c’è la risposta di Yan che mi pare molto interessante anche da un punto di vista puramente metodologico:
Ci sono due problemi nell’utilizzare questa espressione. Primo, non è chiaro chi sia l'Oriente e chi l'Occidente. L'Oriente include India, Brasile, Sudafrica, Vietnam o Cuba? L'Oriente include la Russia? La Russia certamente non si vede in questo modo. Quindi se non sappiamo quali sono i gruppi, come facciamo a sapere chi è in ascesa e chi in declino?
In secondo luogo, come si giudica un'ascesa e un declino? Una rapida crescita del PIL o una grande quota del PIL mondiale equivalgono a un'ascesa? O un’ascesa si giudica dai miglioramenti più rapidi nella tecnologia? Quando non sappiamo chi sono l'Oriente e l'Occidente e i criteri per definire l'ascesa e il declino, penso che questa espressione rifletta solo i desideri di alcune persone...
Se si definisce semplicemente l'Oriente come la sola Cina e l'Occidente come gli Stati Uniti, nei 10 anni dal 2002 al 2012, la Cina ha effettivamente ridotto rapidamente il divario con gli Stati Uniti, in termini di PIL. Ma oggi non è più così. Se confrontiamo la quota di Cina e Stati Uniti nel PIL totale mondiale in dollari, ora non si sta riducendo, ma si sta ampliando.
Poi la seconda parte.
La domanda della giornalista è su quale sarà il destino della “multipolarità”. La risposta di Yan è significativa:
“Il termine “multipolarità” non è una descrizione oggettiva del mondo: è un desiderio, non una realtà. Molti paesi vogliono promuovere la multipolarizzazione del mondo, persino gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti non dicono che il mondo è bipolare, perché gli Stati Uniti non vogliono ammettere che la Cina sia su un piano di parità con loro. Anche altri paesi importanti insistono sulla multipolarizzazione, perché desiderano essere un polo del mondo. La Cina spera che il mondo diventi multipolare, quindi afferma che promuoverà la multipolarizzazione. Tuttavia, l'attuale tendenza verso una configurazione bipolare è ovviamente molto più forte della capacità di qualsiasi paese di fermarla. In qualsiasi mondo bipolare, due superpotenze si contenderanno i cosiddetti paesi della zona media. Questi paesi preferiscono non schierarsi, non essere allineati, quindi possono trarre vantaggio da entrambi. Ma quando si tratta di un mondo unipolare, non possono usare questa strategia.
La terza è una risposta a una domanda molto diretta, che è costantemente presente nelle nostre cronache nazionali: ma la Cina perché non dice a Putin di piantarla, perché non convince Mosca a cercare un negoziato?
Ecco la risposta di Yan:
Quando ho visitato l'Europa ad aprile, molte persone mi hanno fatto questa domanda. Penso che facciano questa domanda perché non hanno una conoscenza approfondita delle leggi fondamentali della politica internazionale. La Russia è una potenza nucleare mondiale e un membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Come può la Cina influenzare la Russia affinché apporti cambiamenti politici importanti? È impossibile.
Prendiamo Israele: non è una grande potenza, sebbene abbia armi nucleari, e non è un membro permanente del Consiglio di sicurezza. È un paese piccolo, ma gli stati europei più gli Stati Uniti insieme non possono impedirgli di continuare la guerra a Gaza. È al di là delle capacità della Cina convincere la Russia alla pace.
Ed ecco due libri per approfondire il pensiero di Yan Xuetong: Ancient Chinese Thought, Modern Chinese Power, Princeton University Press, 2011 (con una splendida prefazione di Daniel Bell); Leadership and the Rise of Great Powers, Princeton University Press, 2019
Storie dalla Cina
Per prima cosa vi segnalo un articolo di Foreign Affairs, a proposito di “modello” cinese. Il titolo è China’s Real Economic Crisis. Why Beijing Won’t Give Up on a Failing Model, scritto da Zongyuan Zoe Liu Maurice R. Greenberg Fellow for China Studies al Council on Foreign Relations. Il succo: il modello economico cinese funziona da sempre in questo modo, priorità alla crescita industriale, poi vengono i consumi delle famiglie. Quindi non cambierà niente, anzi: aumenterà la sovracapacità produttiva della Cina proprio per come è concepito il sistema. Vi metto qui alcuni passaggi che riassumono il pezzo:
Secondo l'ortodossia del partito, il vantaggio economico della Cina deriva dai suoi bassi consumi e dagli alti tassi di risparmio, che generano capitale che il sistema bancario controllato dallo stato può incanalare nelle imprese industriali
E ancora: Nella sua breve discussione sull'argomento, l'attuale piano quinquennale afferma che il consumo dovrebbe essere guidato specificamente verso beni che si allineano con le priorità industriali di Pechino: automobili, elettronica, prodotti digitali ed elettrodomestici intelligenti. Analogamente, sebbene il vivace settore dell'e-commerce cinese potrebbe suggerire una pletora di scelte dei consumatori, in realtà, le principali piattaforme come Alibaba, Pinduoduo e Shein competono ferocemente per vendere gli stessi prodotti mercificati. In altre parole, l'illusione della scelta del consumatore maschera un mercato interno che è plasmato in modo schiacciante dalle priorità industriali dello Stato piuttosto che dalle preferenze individuali.
Cosa dovrebbe fare l’Ue? Piuttosto che cercare di isolare ulteriormente la Cina, l'Occidente dovrebbe adottare misure per mantenere Pechino saldamente all'interno del sistema commerciale globale, utilizzando gli incentivi del mercato globale per guidare la Cina verso una crescita più equilibrata e politiche industriali meno pesanti. In assenza di una tale strategia, l'Occidente potrebbe affrontare una Cina sempre più sfrenata dai legami economici internazionali e pronta a raddoppiare la sua strategia di produzione guidata dallo stato, anche a rischio di danneggiare l'economia globale e arrestare la propria prosperità.La docente di diritto penale Lao Dongyan della Tsinghua University di Pechino “è stata messa a tacere sui social media dopo essersi lamentata di essere stata attaccata online a causa della sua esplicita opposizione ai progetti per un sistema nazionale di identificazione per la sicurezza informatica” . L'account Weibo dell'accademica è stato silenziato perché ha "violato le regole pertinenti", secondo un avviso sulla sua pagina. Si ritiene che il divieto sia in vigore per 90 giorni. Weibo ha anche vietato agli utenti di seguire il suo account. Sul sistema nazionale di identificazione per la sicurezza informatica spero di tornare a breve in una delle prossime newsletter.
Buon anno cinese dal candidato alla vice presidenza degli Stati Uniti Tim Walz :)
Dal 3 settembre sarò in libreria con un nuovo libro sull’Asia, per Mondadori (arriveranno info dal 27 agosto, quando il libro sarà in pre- order.
Il titolo è: “2100, come sarà l’Asia, come saremo noi”
Il titolo è: “2100, come sarà l’Asia, come saremo noi”
Asia - Corea del Sud, lavoro
L'Assemblea nazionale sudocoreana, controllata dall'opposizione, ha approvato una legge volta a limitare la capacità delle aziende di richiedere danni per legittime controversie sindacali. La “legge sulla busta gialla”, ufficialmente una revisione del Trade Union and Labor Relations Adjustment Act, è stata approvata dal Partito Democratico e da altri partiti minori. Il partito al governo si è opposto alla legge e ha esortato il Presidente Yoon Suk Yeol a esercitare il suo potere di veto. Le origini della legge risalgono a uno sciopero del 2009 dei lavoratori della SsangYong Motor Co. - qui su Yonhap più info.
Asia - Giappone
La difficile situazione della “generazione perduta” del Giappone, composta principalmente da persone tra i 40 e i 50 anni, persiste, poiché questa fascia di popolazione fa fatica a tenere il passo con la crescita degli stipendi e l'avanzamento di carriera, caratteristiche comuni sia alle fasce di età più anziane che a quelle più giovani.
Questa generazione si è diplomata al liceo o all'università durante l’“era glaciale” delle assunzioni durata dalla fine degli anni '90 fino agli anni 2000, con molti che hanno avuto difficoltà a trovare un impiego stabile dopo lo scoppio di una bolla economica gonfiata durante gli anni '80 dall'impennata dei prezzi immobiliari e azionari.
Sebbene il livello complessivo dei salari in Giappone abbia iniziato a migliorare, i dati mostrano che permangono notevoli disparità tra le diverse fasce d'età.
Questo è l’attacco di un gran bel pezzo su Asia Nikkei Review.
Asia - Bangladesh
Questo qui sotto è il video del giuramento di Muhammad Yunus, come nuovo premier di un governo ad interim del Bangladesh. Si tratta della conclusione “parziale” di una clamorosa estate di questo paese. Proteste, morti, feriti, dimissioni e fuga della ex premier, studenti che impongono la propria scelta per formare un nuovo governo che ha come obiettivo quello di arrivare a nuove elezioni. Per chi ascolta Altri Orienti (che torna il 6 settembre)….se risentirete parlare.
Qui un po’ di risorse in italiano (dalle proteste, agli ultimi avvenimenti) su il manifesto a firma di Giuliano Battiston (qui e qui) e su Il Domani a firma di Matteo Miavaldi (qui e qui).
Qui invece un video sul mio canale Youtube (a cui se volete potete iscrivervi: metto video su Cina e Asia, tendenzialmente su temi diversi da quelli dei podcast o della newsletter :)
Per chi vorrà, alla prossima settimana!
Per chi si fosse iscritto di recente, qui trovate gli archivi