Transizioni
Sospetti su una fronda anti Xi, un nuovo documento sulla transizione green in Cina. All'agosto movimentato si aggiunge l'Indonesia. I turisti di domani sono indiani. Arriva 2100 :)
Set-list:
Trame
Transizioni green
Altre storie dalla Cina
Asia: Indonesia
Asia: Putin in Mongolia
Asia: turismo emergente
Benvenuti alla nuova newsletter de Il Partito, politica in Cina e Asia.
Io sono un giornalista, lavoro a Chora Media, conduco due podcast “Altri Orienti” e “Fuori da Qui”. Ho vissuto a lungo in Cina e in Asia, dove ho fondato China Files. Provo a raccontare cosa succede in questi luoghi con la newsletter, con i libri, con dei video su Youtube. E pure qui su Instagram.
Trame
Come ogni agosto Xi Jinping per qualche giorno: muore, ha un malore, è scomparso, è al centro di fitte trame di rivali, eccetera. Poi arriva un rappresentante di qualche Stato a Pechino (in questo caso il nuovo segretario del partito comunista vietnamita) e Xi Jinping riappare.
Ma agosto rimane il mese dei sospetti: lo conferma un pezzo di Katsuji Nakazawa su Asia Nikkei Review. Ora, Nakazawa è esperto, abile e di sicuro ha fonti importanti. Ogni tanto però, secondo me, fa un po’ come si fa durante il calciomercato sui giornali sportivi: si buttano lì nomi a caso e capita anche che ne azzecchi qualcuno.
In questo caso ho fatto alcune verifiche tra le mie fonti (probabilmente non di alto livello come quelle del giornalista giapponese) e l’idea che mi sono fatto è che qualcosa è effettivamente successo. Probabilmente non nelle forme di cui ha dato conto Nikkei: diciamo che si registra un malumore in certi ambienti del Pcc.
Ma vediamo cosa ha scritto Nakazawa.
In pratica sostiene che gli anziani del Partito (figure talvolta mitologiche, perché gli si affida un gran potere che poi spesso è piuttosto complicato da scorgere realmente, in gesti pubblici quanto meno) si sarebbero rivoltati contro Xi Jinping a seguito di un articolo apparso su Xinhua di cui abbiamo parlato anche in una newsletter (“Il riformatore”).
L’attacco del pezzo è questo:
Quella che può essere definita una “rivolta contro il riformatore Xi Jinping” avrebbe avuto luogo a porte chiuse quest'estate. L'insolito dramma politico si è svolto durante la terza sessione plenaria dell'attuale 20° Comitato centrale del Partito comunista cinese. Il plenum si è tenuto a Pechino dal 15 al 18 luglio.
In pratica: quell’articolo nel quale Xi Jinping viene accostato a Deng, secondo i membri più anziani del Partito, tenterebbe anche di riscrivere la storia cinese, sminuendo la figura di Deng e facendo passare come “riformatore” solo Xi Jinping (a causa di una visita in Anhui) e suo padre, come se fosse merito della famiglia Xi anche quel periodo storico di grande apertura della Cina.
Il risultato sarebbe stato la scomparsa, per alcuni giorni, di quel pezzo sulla Xinhua, che però poi sarebbe uscito di nuovo fuori. Insomma secondo Nakazawa
La politica cinese è stata alterata e la situazione sarebbe in evoluzione. Ciò che è meno certo è se questa svolta degli eventi darà origine a un'altra battaglia dietro le quinte nei mesi a venire.
Questo non lo sa nessuno, ma rumors confermerebbero il malcontento intorno a questa tendenza che Xi ha dimostrato di avere, cioè quella di proporre letture molto personali della storia cinese. E probabilmente qualcuno si è stancato.
Ma saremmo alle solite: è complicata una guerra di palazzo quando, in sostanza, ti mancano i soldati.
Di sicuro sappiamo che nel Pcc le trame sono perenni e vedremo se emergeranno in superficie o rimarranno nelle stanze segrete.
Transizioni green
L’11 agosto il governo cinese ha pubblicato un documento, “Opinions on Accelerating the Comprehensive Green Transformation of Economic and Social Development” (关于加快经济社会发展全面绿色转型的意见).
Secondo la stampa nazionale si tratta del primo documento nel quale si prevede “un intervento sistematico per accelerare la trasformazione verde globale dello sviluppo economico e sociale”.
Sul tema seguo da tempo il lavoro della ricercatrice di Xinhua Ying Xue (ha anche una newsletter). Tempo fa l’avevo contatta, da allora ogni tanto ci mandiamo dei messaggi, parliamo un po’ di tutto. Durante questo agosto, alla luce dei documenti usciti, le ho inviato un po’ di domande per questa newsletter. Di seguito l’intervista (e grazie Xue :).
Un’avvertenza: Xue lavora per una istituzione statale (con tutto quello che significa in Cina, ad esempio la necessità di citare frasi o slogan della leadership), quindi - a mio avviso - le sue parole vanno lette alla ricerca di trovare delle direzioni e delle scelte che il Pcc dovrà fare su questo tema. Insomma ci indica qual è l’ambito di ragionamento su questo aspetto. E quali sono gli obiettivi di cui si parla di più anche a livello di comunicazione istituzionale.
Come spiegheresti il concetto di "civiltà ecologica cinese" a un occidentale?
Non posso fornire una spiegazione autorevole del concetto di “civiltà ecologica cinese” a nome delle autorità cinesi, ma posso condividere alcune delle mie opinioni. In primo luogo, la “civiltà ecologica” è in linea con lo sviluppo sostenibile. Allo stesso tempo, presenta innovazioni e svolte.
Non è solo un concetto di sviluppo, ma anche una strategia per governare il Paese e un percorso di sviluppo.
In secondo luogo, ritengo che abbia quattro caratteristiche distintive.
La prima è che questo concetto eredita e sviluppa la nostra antica attenzione, presente nella nostra cultura tradizionale, all’ecologia, quella che viene definita l'“armonia tra uomo e natura” e l’espressione "seguire le leggi della natura". Considera l'umanità e la natura come una comunità di vita, sottolinea il rispetto per la natura, la conformità alla natura e la protezione della natura. Non presta attenzione solo allo sviluppo umano, ma anche a quello naturale, concentrandosi sulla coesistenza armoniosa tra gli esseri umani e la natura.
Secondo: “la civiltà ecologica” affida uguale importanza alla protezione dell'ambiente e allo sviluppo economico e sociale. Sottolinea che l'ambiente ecologico è il bene più inclusivo per il popolo e che proteggere l'ambiente ecologico significa proteggere e sviluppare le forze produttive.
Abbandona il modello che pone in opposizione binaria la protezione dell'ambiente ecologico e lo sviluppo economico e sociale.
Terzo, c’è un approccio olistico. La civiltà ecologica cinese sottolinea che montagne, acque, foreste, terreni agricoli, laghi, praterie e deserti sono un ecosistema inseparabile.
Quarto, la trasformazione. La civiltà ecologica cinese sottolinea la volontà di promuovere la trasformazione verde a tutto tondo e in tutto il processo dei modelli produttivi, degli stili di vita, dei modi di pensare e dei valori. E fornisce ai paesi in via di sviluppo una nuova opzione di modernizzazione e offre anche una nuova direzione per la trasformazione della civiltà umana.
In generale, quali sono i punti di forza della transizione verde della Cina?
Come sai in Cina si ritiene che in particolare dal 2012 si comincino a vedere risultati tangibili. E secondo la mia opinione, le ragioni di tali successi risiedono principalmente nei seguenti vantaggi. Primo, il consenso a livello nazionale. In Cina, la civiltà ecologica è profondamente radicata nella società al giorno d’oggi. Siamo passati da una gestione passiva dei problemi di inquinamento ambientale e cambiamento climatico a una risposta attiva alle sfide. La consapevolezza del governo, delle imprese e del pubblico nella costruzione della civiltà ecologica è stata significativamente migliorata, gettando una solida base per la trasformazione verde.
Secondo, la costruzione istituzionale. La “civiltà ecologica” è stata inserita nella Costituzione del Partito Comunista Cinese e nella Costituzione.
Terzo, il vantaggio dell’economia di scala. Essendo la seconda economia più grande del mondo, la Cina ha il secondo mercato dei consumatori più grande del mondo e la base di produzione più grande. È l'unico paese al mondo con una catena industriale completa. Ciò non solo fornisce una grande domanda di mercato per la promozione di prodotti e servizi verdi, ma offre anche un forte supporto per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie verdi e la formazione di una catena industriale verde completa.
Quarto: essendo un paese in via di sviluppo, la Cina può evitare il vecchio modello “prima inquinare e poi ripulire” delle nazioni sviluppate, cogliendo l'opportunità della rivoluzione scientifica e tecnologica per esercitare lo sviluppo verde con l'innovazione verde. Ad esempio, dopo anni di sforzi, la Cina ha accumulato alcuni vantaggi in campi green come le nuove energie e i veicoli elettrici.
In che modo la transizione è correlata al concetto di nuove forze produttive di qualità?
Il presidente Xi Jinping ha affermato che "le nuove forze produttive di qualità sono esse stesse forze produttive green". Pertanto, la produttività “verde” è una parte importante delle nuove forze produttive di qualità. La trasformazione ecologica è cruciale per sviluppare nuove forze produttive di qualità.
Quali sono i punti chiave del nuovo documento “Opinions on Accelerating the Comprehensive Green Transformation of Economic and Social Development”?
La Terza Sessione Plenaria del 20º Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese ha considerato l'accelerazione della trasformazione verde complessiva dello sviluppo economico e sociale come un compito di riforma importante. Le “Opinioni” sono state emesse subito dopo la sessione plenaria. L'importanza del documento sta nel fatto che, per la prima volta, è stata effettuata una pianificazione sistematica della trasformazione verde complessiva a livello del governo centrale, fornendo una “roadmap” politica efficace per la Cina per accelerare la trasformazione verde.
Le “Opinioni” sottolineano che promuovere lo sviluppo economico e sociale verde e a basse emissioni di carbonio è un simbolo importante dei nuovi concetti e delle nuove pratiche di governance. È una parte fondamentale per raggiungere uno sviluppo di alta qualità. È una strategia fondamentale per risolvere i problemi delle risorse, dell'ambiente e dell'ecologia in Cina.
In secondo luogo, le “Opinioni” pongono gli obiettivi da raggiungere in due fasi per il 2030 e il 2035. Per garantire il successo, le “Opinioni” chiariscono il sistema di politiche per la trasformazione verde e i compiti per rafforzare la cooperazione internazionale sulla trasformazione verde e per organizzare l'attuazione nelle politiche fiscali, di tassazione, finanziarie, di investimento, dei prezzi, dei meccanismi di mercato e dei sistemi standard.
In che modo la transizione verde potrebbe avvantaggiare le imprese private straniere?
In primo luogo, fornendo uno spazio di mercato più ampio. Con l'avanzamento della strategia dual-carbon della Cina e la trasformazione verde complessiva, il mercato si sta espandendo rapidamente, portando una grande domanda e opportunità di investimento. Questo offrirà uno spazio di mercato più ampio per le imprese private straniere correlate.
In secondo luogo, fornendo un sostegno politico più forte. Da un lato, lo sviluppo verde è diventato la strategia a lungo termine della Cina, che offre un ambiente di mercato prevedibile e una garanzia politica per le imprese private straniere che investono in Cina. Dall'altro, il governo cinese ha introdotto una serie di politiche di finanziamento per supportare la trasformazione verde, fornendo canali di finanziamento più convenienti e supporto finanziario per i progetti verdi delle imprese straniere in Cina.
Inoltre, la Cina incoraggia gli investimenti esteri a partecipare allo sviluppo verde della Cina possibilmente sviluppando cooperazioni. La Cina è disposta a rafforzare la cooperazione e gli scambi con imprese finanziate dall'estero in aspetti legati alle tecnologie avanzate e l'esperienza di gestione nella trasformazione green. Questa cooperazione non si limita al mercato cinese, ma include anche la cooperazione sul mercato globale. Questo tipo di cooperazione non solo aiuta le imprese finanziate dall'estero ad espandere la loro quota di mercato a livello globale sfruttando i vantaggi del mercato cinese, ma offre anche più opportunità per lo sviluppo verde globale.
Altre storie dalla Cina
Che tu sia poco rivoluzionario, o faccia il furbetto non pagando le quote associative: ecco, il Partito comunista (quasi 100 milioni di membri) non fa per te. La storia del Pcc, dell’ingresso delle persone al suo interno, delle carriere, degli esami eccetera, si arricchisce di un nuovo elemento: sono state diramate nuove regole “per rimuovere i membri incompetenti e ritenuti carenti in termini di fede, lealtà e rendimento”. Ne ha scritto il South China Morning Post
Che fine hanno fatto gli Istituti Confucio? The Diplomat torna sul tema, qui
La scorsa settimana abbiamo accennato alla visita del consigliere per la sicurezza degli Stati Uniti in Cina Jake Sullivan: qui il readout del suo incontro con Xi Jinping (in cinese)
Che pensa una femminista cinese dell’affaire Alice Munro?. Sempre sia lodato Reading the China Dream
Prima delle storie asiatiche: il 3 settembre esce il mio nuovo libro “2100, come sarà l’Asia, come saremo noi” per Mondadori.
Il libro si può già ordinare in libreria, on line, dove volete!
Questa la scheda del libro:
Carne coltivata e cocktail di meduse, Big Data e intelligenza artificiale, aziende milionarie e sorveglianza, chirurgia da remoto e chip neurali, leggi anti fake news e deepfake. L’Asia è ormai una potenza demografica, economica, culturale e militare, che cresce a un ritmo serrato e dove ciò che accade spesso è soltanto un’anticipazione di quel che accadrà nelle nostre società occidentali. D’altronde, osserva Simone Pieranni, oggi in Asia si stanno discutendo, affrontando, e in alcuni casi risolvendo, temi e problemi di cui da tempo si dibatte anche da noi. Cosa mangeremo in futuro? Come garantiremo sostenibilità e vivibilità alle nostre città? In che modo si evolvono i diritti e le idee sulla famiglia, o in che modo quei diritti svaniscono, vacillano o vengono eliminati? E ancora: in che direzione si muovono il lavoro, l’informazione, l’intelligenza artificiale? Sullo sfondo, poi, la questione del cambiamento climatico, all’ordine del giorno a livello mondiale ma che in Asia, in particolare, è una priorità. Non è detto che il futuro asiatico debba essere il nostro, anzi. Ma superare quella «visione ferma nel tempo» che l’Occidente ha nei confronti dell’Asia, e che spesso distingue poco tra paese e paese, è un passo necessario. Spaziando dall’ordinata Singapore al Myanmar dei militari e alla Malaysia, dal Vietnam in pieno boom alla Cambogia, dalla Cina all’India al Giappone, e ancora, tra gli altri paesi, alle Filippine, a Taiwan e alle due Coree, Pieranni offre dunque uno sguardo approfondito su un continente che, tra conflitti sociali, novità tecnologiche e tendenze culturali, ci aiuta a immaginare il futuro che ci aspetta. Per trarne esempi, spunti, soluzioni. O semplicemente evitare di ripeterne gli errori.
Asia
Indonesia
Ci sono state delle proteste a seguito di un tentativo da parte dell’ex presidente uscente Jokowi di rimanere ancora influente e più in generale di aumentare i poteri del presidente (che ora è Prabowo).
Una vicenda piuttosto complicata tra sentenze, giurisprudenza, ma che ha fatto temere che anche l’Indonesia fosse sull’orlo di proteste in grado di allargare, in realtà, le richieste di partenza dei manifestanti (un po’ come accaduto in Bangladesh). Su cosa è successo, questo pezzo di Foreign Policy
Mongolia e Putin
“La visita, prevista per il 3 settembre, sarà il primo viaggio di Putin in uno Stato membro della Corte Penale Internazionale (CPI) da quando è stato emesso il mandato di cattura nel marzo 2023 per sospetti crimini di guerra in Ucraina.In base al trattato istitutivo della Corte, lo Statuto di Roma, i membri della CPI sono tenuti a trattenere i sospettati per i quali è stato emesso un mandato di arresto dalla corte, se mettono piede sul loro territorio. Ma la corte non ha alcun meccanismo di esecuzione”.
Visita con il brivido per Putin in Mongolia (e chissà se metterà in difficoltà il paese guidato da un complicato governo di coalizione e la sua strategia del “terzo vicino”, cioè gli Stati Uniti (per bilanciare il peso che Russia e Cina hanno, anche perché in pratica avvolgono i confini della Mongolia). AP ne ha scritto qui
Turisti indiani
“I turisti indiani stanno conquistando il mondo” ha titolo l’Economist. E in effetti: sono tanti, sono in aumento, superano ormai i record dei cinesi nel 2019. Ma non ce ne accorgiamo qui in Europa, perché non li vediamo: i turisti indiani viaggiano per lo più in Asia. Ma ci sono, viaggiano e spendono, e sono un altro segnale di un mercato interno indiano che da tempo è sotto attenta osservazione. Il pezzo dell’Economist.
Sul movimentato agosto asiatico c’è anche la puntata di Altri Orienti (esce ogni venerdì, la prossima puntata uscirà venerdì 6 settembre)
A domenica prossima!
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