Tandem
L'incontro tra Xi e Putin in Uzbekistan riflette la più che probabile conferma di Xi Jinping alla guida del paese e puntella la politica estera che Pechino affronterà dopo il XX Congresso.
Indice
. Xi, viaggiare
. L’intervista
. Un articolo di cui si è parlato molto tra gli invasati del Partito
. Link della settimana (fonti cinesi, dai Big Data a Federer)
. Il libro
. Heavy Metal Party
Xi, viaggiare
(Come ovvio l’incontro di ieri tra Xi e Putin ha spostato un po’ il focus della newsletter di questa settimana)
Xi Jinping ha intrapreso il suo viaggetto in Asia centrale. Appena arrivato in Kazakhstan stava per scivolare dalle scalette dell’aereo, ma in definitiva questo suo ritorno alla diplomazia di persona è stato piuttosto rilevante. Più che altro Xi Jinping ha dato l’idea di voler guardare molto al futuro lanciando messaggi trasversali un po’ a tutti, soprattutto alla Russia.
Poi in Uzbkekistan, a margine dell’incontro dello Sco - con la firma del Memorandum of Obligations per l’ingresso formale dell’Iran nell’Organizzazione - ha incontrato Putin; era l’incontro più atteso, ovviamente. Ma già in Kazakhstan Xi Jinping aveva messo a segno alcuni colpi pesanti, come ad esempio sottolineare la relazione con Astana (di nuovo il nome ufficiale della capitale kazaka), non proprio vicinissima alla Russia in questo momento storico. Xi ha ribadito il sostegno cinese alla sovranità e integrità territoriale del paese e all’indipendenza dell’area (come aveva fatto anche l’Ue, Xi ha espresso ottimismo per le riforme politiche di Tokayev, che tra l’altro parla cinese). Caro amico, vecchio amico, ma la sensazione è stata quella di un Putin sulla difensiva, ben poco spavaldo. Ne è emersa l’impressione di un rapporto di forza con Xi decisamente squilibrato.
Impressione a caldo: Putin molto più cauto. Forse, sottolineo forse, ha capito che la Cina più di quanto sta facendo non farà e che Pechino non ha intenzione di rimanere ferma mentre la Russia è impegnata in Ucraina. La debolezza odierna di Putin deriva anche da quanto sta accadendo sul campo, naturalmente.
Xi ha ribadito la sua propensione centro asiatica, una zona di mondo percepita dalla Russia come una propria zona di influenza, nella quale la Cina cerca un ruolo di guida, ponendosi a livello comunicativo un po’ come la Cina imperiale: saggia, paternalista e sinocentrica (ma attenzione che lo Sco ha molti spigolature e potenziali scontri al suo interno, così come sappiamo bene le difficoltà interne cinesi degli ultimi tempi).
Da questo contesto l’incontro di oggi è stato meno pomposo rispetto ad altre occasioni: meno “amicizia illimitata” (per quanto Putin abbia detto che “il mondo cambia ma non cambia l’amicizia tra i due paesi”) sostituita da un più sobrio “tandem nelle relazioni internazionali”.
Putin ha poi specificato di “capire le preoccupazioni della Cina per quanto accade in Ucraina”, confermando che Pechino ha fatto capire alla Russia che la guerra era un grosso problema, un fastidio, una minaccia alla tela intessuta dalla Cina negli ultimi anni. Insomma il tono è cambiato molto e questo ha consentito a Xi Jinping di ribadire la sua retorica sul ruolo di potenza responsabile della Cina, invitando la Russia a comportarsi di conseguenza (il fratello maggiore che consiglia benevolmente, ma fermo, il fratello minore), per evitare il “caos” internazionale (la “stabilità” poteva mancare?). C’è una specie di condensato della retorica di Xi che mi pare si senta decisamente al comando, senza troppe preoccupazioni interne (che probabilmente dal suo punto di vista ha già sistemato). Putin ha ovviamente dato ragione a Pechino su Taiwan e la Cina nel readout ha scritto le solite cose.
Naturalmente sono impressioni a caldo, vedremo poi quali saranno le conseguenze reali di questo incontro o se usciranno altri particolari.
Vi metto qui la risposta di Giulia Sciorati, dell’università di Trento, a una mia elaboratissima domanda: “Penne più basse o sbaglio?” (mi riferivo a Putin)
E qui Lorenzo Lamperti (China Files, il manifesto, La Stampa)
Ed ecco alcune cose che si sono detti Xi e Putin a Samarcanda.
Putin a Xi:
”Apprezziamo molto la posizione equilibrata degli amici cinesi in relazione alla crisi ucraina e comprendiamo le vostre domande e le vostre preoccupazioni su questo argomento: durante l'incontro di oggi, ovviamente, spiegheremo in dettaglio la nostra posizione su questo tema, anche se abbiamo già parlato di questo prima (e probabilmente non sapremo mai cosa si sono detti)".
“Gazprom completa i dettagli per la costruzione di un nuovo gasdotto verso la Cina attraverso la Mongolia”. (un progetto di cui si parla da anni e che - mia opinione - rappresenta il brodino offerto da Pechino a Mosca).
Xi a Putin:
“La Cina vuole lavorare con la Russia per instillare stabilità ed energia positiva in un mondo di caos. Di fronte a un mondo in cambiamento, a tempi di trasformazione e mutamenti storici, la Cina vuole lavorare con la Russia per dimostrare la responsabilità di grandi potenze e instillare stabilità ed energia positiva in un mondo in preda al caos”. (l’Occidente accusa Russia e Cina di voler creare “un disordine mondiale”, Cina e Russia definiscono quello attuale “un disordine mondiale”)
La foto
La sala dell’incontro e quella roba lì in mezzo: ok sembra una bara. Ma la domanda è: cosa può esserci dentro?
Link sul viaggio di Xi
Il tempismo del viaggio di Xi
https://www.nbcnews.com/news/world/russia-china-vladimir-putin-xi-jinping-rcna47863
L’Economist sullo Sco e cosa rappresenta questa organizzazione
https://www.economist.com/the-economist-explains/2022/09/14/what-is-the-shanghai-co-operation-organisation
Come leggere oggi la relazione tra Cina e Russia
https://carnegieendowment.org/2022/09/13/wrong-way-to-view-xi-putin-meeting-pub-87908
La Xinhua sull’incontro Xi-Putin (in cinese)
http://www.news.cn/politics/leaders/2022-09/15/c_1129006055.htm
Intervista
Torniamo nel clima Congresso, con l’intervista a Filippo Fasulo, co-head Osservatorio Geoeconomia dell'Ispi.
Che cosa guarderai con più attenzione di questo congresso?
Ci sono diverse cose da osservare. Sicuramente il numero dei membri del comitato permanente e la composizione sono elementi fondamentali. Tuttavia, credo si debba fare particolare attenzione alle novità in materia ideologica e ai titoli che verranno attribuiti a Xi Jinping. Il punto infatti è quanto sia solido Xi e quanta capacità abbia di far inserire i suoi contributi ideologici nel canone ufficiale nel Partito.
Più la sua posizione verrà certificata da documenti ufficiali più sarà lungo e difficile il percorso per prenderne eventualmente le distanze in futuro.
Che ne pensi della presunta o meno opposizione di Li Keqiang e in che modo eventualmente si rifletterà sulla composizione del Comitato Permanente. E quale futuro per Li.
Temo che la presunta opposizione di Li Keqiang sia molto più una proiezione dei nostri desideri che un fenomeno reale. Dobbiamo tenere in considerazione, infatti, che, negli anni, sulla figura di Li gli analisti ci hanno preso molto poco.
Prima doveva essere il quasi gemello di Xi in una leadership duale e consensuale, poi talmente oscurato che addirittura esattamente cinque anni fa si dava per scontato che non avrebbe ottenuto un secondo mandato da Premier del Consiglio di Stato salvo, poi, essere riconfermato per diventare infine il punto di riferimento dell’opposizione a Xi.
Questa graduale crescita da leader dell’opposizione sarebbe però avvenuta mentre Xi riusciva a collezionare successi in termini di centralizzazione del potere con la certificazione di passaggi epocali come l’inserimento del Pensiero di Xi nello Statuto del Partito, la riforma della Costituzione e la Terza risoluzione sulla Storia del Partito che lo mette almeno al livello di Mao.
Dunque, mentre Xi veniva incoronato leader più forte da decenni, Li sarebbe diventato oppositore con capacità di manifestare la sua insofferenza con dichiarazioni pubbliche senza temere censure.
Onestamente mi sembra uno scenario irreale e penso, invece, che Li sia molto più organico al potere di Xi di quanto si possa immaginare e che le sue dichiarazioni in controtendenza riflettano più una discussione interna su temi economici che una messa in discussione reale della figura di Xi.
Questo non vuol dire che Xi non affronti opposizioni interne, ma non credo che possano essere così visibili come ipotizzato. Anche per questioni anagrafiche – negli ultimi 10 anni chi ha fatto carriera era vicino al Segretario Generale e quelli più vicini ad altre correnti sono via via invecchiati e usciti di scena –, coloro che entreranno nel Comitato Permante saranno più legati a Xi di quanto avvenuto cinque anni fa nel XIX Congresso e penso che Li terminerà la propria esperienza politica visibile.
L’inserimento dei “due punti fermi” o “due istituzioni” all’interno della costituzione del Pcc che cosa ci dicono sul futuro politico della Cina?
È la dimostrazione di quella tendenza a rendere l’era di Xi Jinping una fase che non potrà essere superata se non con una revisione storica molto profonda. Così facendo Xi rafforza il suo potere identificando sé stesso con il partito e il partito con la nazione, e l’opposizione a lui diventa automaticamente un tradimento della patria.
Inoltre, la messa in discussione di Xi rappresenterebbe una messa in discussione delle fondamenta stesse della Repubblica popolare cinese, ovvero non c’è prosperità senza il partito e il partito non ha successo senza Xi. Il risultato finale è il rafforzamento del potere di Xi Jinping.
Ti aspetti di vedere all’orizzonte un erede di Xi?
Sarei sorpreso di vedere un erede. Designarne uno adesso vorrebbe dire indicare un tempo limite per Xi e indebolirne la figura. Probabilmente uno dei lasciti più complessi di Xi sarà proprio l’aver fatto inceppare il meccanismo di successione che era stato messo in piedi nei decenni precedenti.
La transizione post-Xi, quando avverrà, dovrà riscrivere le regole sulla successione al vertice della Cina.
Infine, sulla guerra in Ucraina. In che modo la controffensiva di Kiev può portare a cambiamenti nelle relazioni tra Cina e Russia?
È difficile da dire. L’effetto probabilmente sarà quello di rendere la Russia ancora più legata alla Cina. Tale rapporto ormai sembra consolidato, indipendentemente da quello che sarà l’evoluzione ancora dinamica della guerra. Infatti, nonostante le differenze di opinione che possono esistere su alcuni temi, Cina e Russia condividono una comune visione su quello più importante: la critica all’ordine liberale guidato dagli Usa e che le vede escluse di fatto dalla scrittura delle sue regole.
Un articolo di cui si è parlato molto tra gli invasati del Partito
Cai Xia è una ex dirigente del Partito, una ex insegnante alla Scuola di Partito. Nel 2020 è stata espulsa; dal 2019 viveva negli Stati Uniti. Qualche giorno fa ha pubblicato un articolo su Foreign Affairs molto critico (non è il primo per altro) su Xi Jinping e il Pcc. Il titolo: The Weakness of Xi Jinping, How Hubris and Paranoia Threaten China’s Future.
L’articolo è diventato un argomento di discussione tra osservatori delle dinamiche politiche in Cina per vari motivi: perché ci sono alcune cose raccontate che non si sapevano (o che si supponevano soltanto), perché alcune imprecisioni nel testo fanno pensare a una errata traduzione dal cinese (cioè una traduzione senza una lettura di qualche specialista, forse) e perché alla fin fine ci si chiede quanta affidabilità possa avere Cai (e se ha ancora fonti importanti, in realtà, all’interno del Partito).
Le cose più interessanti:
Cai racconta alcune vicende del passato di Xi, ad esempio una lettera di sponsorizzazione per la carriera del giovane Xi caduta nel vuoto che fu motivo di grande imbarazzo per la famiglia. Verso Xi ha un disprezzo particolare. In uno dei suoi primi articoli su Foreign Affairs aveva scritto: “Quando Xi Jinping è salito al potere nel 2012, ero pieno di speranza per la Cina. Come professoressa presso la prestigiosa scuola che educa i massimi dirigenti del Partito, conoscevo abbastanza bene la storia da credere che fosse giunto un momento di apertura politica. Dopo un decennio di stagnazione, il PCC aveva più che mai bisogno di riforme e Xi, che aveva lasciato intendere una propensione al cambiamento, sembrava l'uomo giusto” (questo confermerebbe come le prime idee su Xi fossero molto diffuse, anche all’interno del Partito).
Liu Yazhou e questa è grossa. Scrive Cai Xia: “Intorno al 2017, Liu Yazhou, generale dell'Esercito popolare di liberazione e genero di un ex presidente (ovvero Li Xiannian, uno degli Otto Immortali e presidente della Rpc dal 1983 al 1988, primo presidente dopo la riforma costituzionale del 1992), scrisse a Xi raccomandando alla Cina di invertire la sua politica nello Xinjiang per cessare la repressione della minoranza uigura. È stato avvertito di non parlare male delle politiche di Xi”. Secondo Cai Xia però, lo scorso dicembre “è scomparso insieme a suo fratello minore, anche lui generale. Le loro case sono state perquisite. La notizia ha suscitato stupore tra i militari, perché in quanto genero di un ex presidente, Liu era considerato un intoccabile. Ma in questo modo Xi ha lanciato il suo più forte avvertimento ai principini e ai vertici dell'Esercito popolare di liberazione di mettersi in riga”. Uno dei professori che ho contattato mi ha ricordato la storia di Liu, promosso generale senza alcuna esperienza di tipo militare reale. Segno, mi ha detto, della corruzione di quel periodo (fu promosso generale da Hu Jintao)
Poi: la descrizione del procedimento di nomina dei livelli apicali, tra il formale e l’informale, è davvero una parte gustosa di questo articolo, forse quella più utile anche a comprendere alcune dinamiche (secondo Cai ad esempio Xi avrebbe infranto quella specie di “sondaggio” che veniva fatto per decidere i nomi che andranno a comporre il Comitato permanente).
Infine. L’articolo inizia così: “Non molto tempo fa, il presidente cinese Xi Jinping”. Anatema, sciagura! Presidente? Donald Clarke della George Washington University si è insospettito e ha fatto il contropelo all’articolo: “È difficile credere che Cai, che conosce a fondo il sistema politico cinese, consideri Xi Jinping "Presidente" e non "Segretario generale". La mia ipotesi è che Foreign Affairs abbia fatto quella scelta nel processo editoriale (cioè di traduzione dal cinese, ndr). E poiché Presidente è un titolo irrilevante e cerimoniale, è una cattiva scelta perché fuorvia il lettore. Ad esempio, il primo paragrafo afferma che, eliminando i limiti del mandato presidenziale, Xi si sarebbe liberato di un fardello per guidare la Cina per il resto della sua vita. Questo è semplicemente sbagliato. Xi guida la Cina in quanto Segretario Generale del Partito e non ci sono mai stati limiti di mandato per quella posizione”. Solo uno degli esempi dei tanti “errori” che secondo gli esperti sono presenti nell’articolo e che sembra davvero difficile imputare a Cai, una che queste cose le ha vissute da protagonista.
In generale tutti i professori che ho interpellato sul pezzo in questione mi hanno detto due cose: che Cai è arrabbiatissima e si vede; che Cai non sembra avere più fonti così affidabili dentro al Partito (a parte per il caso di Liu).
Ecco l’articolo di Cai Xia: https://www.foreignaffairs.com/china/xi-jinping-china-weakness-hubris-paranoia-threaten-future
Ecco gli appunti di Clarke: https://thechinacollection.org/big-mistakes-editing-cai-xias-article-foreign-affairs/
Link della settimana: Dati, Congresso E Federer e House of the Dragon (fonti cinesi)
Quali speculazioni si possono ancora fare sul XX Congresso?
https://theinitium.com/article/20220912-opinion-ershida-forecast/
Misure di sicurezza per il trasferimento dei dati
http://www.cac.gov.cn/2022-07/07/c_1658811536396503.htm
(qui c’è la traduzione di Digichina (sempre sia lodata!)
https://digichina.stanford.edu/work/translation-outbound-data-transfer-security-assessment-measures-effective-sept-1-2022/
Si è ritirato Roger Federer e in Cina è stata la prima notizia per parecchio tempi sui siti dei media
https://www.thepaper.cn/newsDetail_forward_19918965
House of the Dragon e il politically correct
https://www.huxiu.com/article/662361.html
Il libro
Xi e Putin hanno parlato anche di Taiwan. Se volete sapere tutto di Cina, Taiwan, cosa è successo quest’estate e cosa succede dal 1949 a oggi, c’è l’ebook di China Files che fa per voi. Lo potete ottenere con una minima sottoscrizione al sito che vi informa quotidianamente sulla Cina e sull’Asia (unendo cronaca ad approfondimenti di grande qualità che non trovate da nessun’altra parte), cliccate qui o qui per recuperare tutti gli altri (ad esempio quello su Russia e Cina)
Heavy Metal Party
Il 28 settembre gli Opeth suonano a Roma (nei pressi di) quindi da qui ad allora non esiste altro. (Li ho visti anche a Pechino, non ricordo l’anno. Mi pare fosse al “Tango”).
A venerdì prossimo (tag possibili: #ingranaggi #sicurezza)
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