"Smodata" e costosa: contro l'alta velocità
La "mania delle grandi opere": una critica all'alta velocità. Iran e Israele: la posizione ufficiale e un'analisi che si chiede se l'Iran farà la fine della Siria di Assad. I sogni del Gaokao
Ciao, sono successe tante cose. C’è stato l’incontro di Londra tra le delegazioni americana e cinese dopo la telefonata tra Xi Jinping e Trump e dopo il rischio che la de-escalation di Ginevra deragliasse. Trump si è subito venduto un “accordo” che non sembra essere propriamente così per i cinesi: il tema caldo è quello delle terre rare e ci torneremo (per chi volesse intanto c’è l’ultima puntata di Altri Orienti).
Nel frattempo, infatti, quanto sta accadendo tra Israele e Iran si è preso la scena e quindi oggi partiamo da qui. Il conflitto sta avendo un'escalation negli ultimi tre giorni, dopo i primi attacchi israeliani e le prime risposte iraniane. A ora, domenica 14 giugno, pomeriggio, sappiamo che (riporto le news della Bbc):
Israele continua a colpire obiettivi in Iran: l’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito 250 siti oggi.
I media iraniani riportano che, a mezzogiorno di sabato, 128 persone sono state uccise e circa 900 ferite.
L'Iran ha effettuato attacchi missilistici su Israele durante la notte, tra sabato e domenica uccidendo 10 persone – sei a Bat Yam a sud di Tel Aviv e quattro nella città settentrionale di Tamra. Le autorità riferiscono che più di 100 israeliani sono rimasti feriti.
Oggi pomeriggio l'Iran ha lanciato un'altra ondata di attacchi missilistici, la maggior parte dei queli, secondo Israele, sarebbe stata intercettata.
A questo proposito, qual è la posizione cinese?
Cominciamo con l’intervento del 13 giugno di Fu Cong, rappresentante Permanente della Cina presso le Nazioni Unite, sulla situazione in Medio Oriente.
La Cina condanna l'atto di Israele di violazione della sovranità, sicurezza e integrità territoriale dell'Iran, si oppone all'intensificazione e all'espansione del conflitto, ed è profondamente preoccupata per le gravi conseguenze che le azioni israeliane potrebbero comportare. La brusca recrudescenza della situazione regionale non è nell'interesse di nessuna delle parti.
Nel comunicato si chiedeva inoltre a Israele “di cessare immediatamente le azioni militari in Medio Oriente per evitare un'ulteriore escalation” e si esortava “la comunità internazionale a lavorare per un cessate il fuoco a Gaza e a frenare l'espansione del conflitto, sollecitando i paesi influenti e il Consiglio di Sicurezza dell'ONU a svolgere un ruolo costruttivo per la pace e la sicurezza nella regione, data la grave crisi umanitaria a Gaza”.
Poi, ieri, il ministro degli esteri cinesi Wang Yi ha sentito sia Iran, sia Israele.
Come riporta l’Ansa - “in una telefonata con la controparte israeliana Gideon Sa'ar, Wang Yi ha detto che Pechino "si oppone alla violazione del diritto internazionale da parte di Israele e al suo uso della forza per attaccare l'Iran". Pertanto, "è un imperativo adottare misure immediate per evitare l'escalation, impedire che la regione sprofondi in un tumulto più profondo e tornare a usare i mezzi diplomatici per risolvere i problemi".
Alla controparte iraniana Seyed Abbas Araghchi ha detto che "l'attacco agli impianti nucleari" di Teheran ha creato "un precedente pericoloso e potrebbe avere conseguenze catastrofiche". La Cina "ha sempre sostenuto che qualsiasi controversia internazionale debba essere risolta attraverso il dialogo e la consultazione e si oppone all'uso della forza e alle sanzioni".
Insomma fino a qui le reazioni ufficiali. Ma sull’Iran in particolare, però,oggi vi propongo un articolo di Wang Shichun, analista di affari militari per il quotidiano on line Guancha (che ha quasi sempre, ma non sempre, posizioni nazionaliste), dal titolo: L'Iran sarà la seconda Siria di Assad?
Riassumo alcune parti perché il pezzo è abbastanza lungo. In sostanza, Wang comincia il suo pezzo sottolineando la gravità dell'attacco israeliano, che avrebbe causato la morte di numerosi alti comandanti e scienziati iraniani. Questa perdita di leadership è descritta come “una paralisi della catena di comando iraniana”, che potrebbe spiegare la loro incapacità di reagire immediatamente. Viene evidenziata la clamorosa infiltrazione nel sistema di sicurezza iraniano, paragonandola al fatto che gli Houthi non hanno subito perdite simili nonostante anni di bombardamenti.
A livello materiale, numerose infrastrutture chiave iraniane sono state danneggiate, inclusi impianti di produzione missilistica e siti di arricchimento dell'uranio come Natanz e Hamadan, la cui ricostruzione si stima richiederà anni. L'autore sostiene che l'Iran è tecnicamente impreparato a fronteggiare i missili balistici israeliani, dato che il suo sistema di difesa aerea è obsoleto e inadeguato per questo tipo di minaccia.
Viene inoltre criticata la mancanza di allerta e preparazione da parte iraniana, nonostante i segnali evidenti di un attacco imminente e l'evacuazione preventiva di personale americano. Wang denuncia una “scarsa organizzazione” e una “indolenza” ai vertici iraniani, che avrebbero contribuito all'entità delle perdite. Questa inefficienza organizzativa, unita ai precedenti errori commessi dopo la morte di Raisi, ha portato l'Iran a un nuovo “limite inferiore”.
Due le critiche principali di Wang all’Iran: il fallimento della deterrenza “quasi nucleare” iraniana e quello delle riforme economiche:
Il bombardamento israeliano delle strutture nucleari ha anche segnato il fallimento definitivo della politica di deterrenza "quasi nucleare" dell'Iran. La cosiddetta politica "quasi nucleare" dell'Iran si riferisce al fatto che l'Iran ha a lungo esibito la propria capacità e tecnologia di costruire bombe atomiche, senza mai procedere all'effettiva detonazione di una bomba atomica, cercando invece di usare questo come moneta di scambio per la deterrenza. Questa politica era efficace all'inizio di questo secolo. All'inizio del XXI secolo, agli occhi degli occidentali, la capacità di deterrenza nucleare dell'Iran era un tempo superiore a quella della Corea del Nord
La seconda critica:
Rispetto ai fallimenti nella lotta militare, il problema principale che l'Iran sta affrontando attualmente è il fallimento delle riforme economiche. L'ex leader iraniano Raisi, nel 2022, e la sua vittoria nel sedare i disordini sociali non ha risolto i problemi fondamentali dell'Iran. Di fronte alla crescente insoddisfazione della classe media iraniana, nel 2023 Raisi ha intrapreso una massiccia ristrutturazione delle infrastrutture interne e ha attirato investimenti, allentando al contempo la gestione economica interna e avviando un'ampia economia di mercato. (…) Ha fatto sì che l'Iran credesse in un miglioramento del suo ambiente geopolitico, riducendo le spese militari, avviando l'esportazione di manodopera e iniziando a esportare prodotti e manodopera verso altri paesi della regione, entrando indirettamente nel mercato mondiale. Si può dire che questi sviluppi economici siano state le vittorie iniziali di Raisi nella lotta esterna. La situazione generale dell''Asse della Resistenza' nel 2023 hanno permesso a Raisi di ottenere un vantaggio nei negoziati con Biden. L'amministrazione Biden ha persino sbloccato 6,2 miliardi di dollari di fondi per l'Iran, il che ha fornito all'Iran dell'era Raisi i mezzi di pagamento per sviluppare ulteriormente la sua economia. D'altra parte, l'Iran dell'era Raisi ha sfruttato l'opportunità degli alti prezzi internazionali del petrolio per sistemare i canali di esportazione clandestina di petrolio, e la sua situazione fiscale è ulteriormente migliorata. (…) Il regime di Raisi ha temporaneamente stabilizzato l'economia nazionale e mitigato le contraddizioni sociali causate dalla 'rivolta dell'hijab'. Ha persino permesso un leggero miglioramento economico. Raisi sperava di risolvere i problemi economici fondamentali dell'Iran attraverso la lotta per l'unità. Ma l'Iran alla fine si è sopravvalutato. (…) La guerra continua nella regione ha portato a sanzioni più severe che hanno interrotto i canali di pagamento originali con Oriente e Occidente, gli investimenti originali si sono arenati a metà strada, e l'economia interna dell'Iran è peggiorata rapidamente dopo un leggero miglioramento. E in un incidente in elicottero Raisi è sfortunatamente morto a metà del suo mandato. Le sue idee sono anche state abbandonate a metà strada, o sono state denunciate dal nuovo governo come un'impresa dei liberali.
Ed ecco la sua conclusione e il suo riferimento ad Assad nel titolo:
È prevedibile che, dopo questa ondata di attacchi, il complesso crogiolo ideologico interno all'Iran vedrà un nuovo cambiamento nei sentimenti popolari. È troppo presto per dire se l'Iran diventerà un secondo regime di Assad, perché il sistema islamico portato dal khomeinismo, sebbene non sia abbastanza unito, potrebbe essere sufficiente a consentire di sfogare la rabbia popolare. Ma quando l'86enne Khamenei ricorderà come i suoi vecchi compagni che hanno dominato il Medio Oriente per 20 anni stiano uno ad uno scomparendo senza che l'Iran possa fare nulla, potrebbe sentirsi vicino a un antico proverbio cinese: "Con ciò si sorge, con ciò si perisce".
Tutto l’articolo lo trovate qui.
Costi alti, espansione smodata: una critica all’alta velocità
Ho trovato un interessante intervento, decisamente critico, sull’alta velocità in Cina, di Lu Daodao, ricercatore presso l'Istituto di scienze geografiche dell'Accademia cinese delle scienze e presidente della Società geografica cinese. Anche in questo caso tento di riassumere il pezzo inserendo delle citazioni (è un articolo estremamente lungo).
Successi dai costi altissimi
Lu inizia il suo intervento ricordando i successi cinesi in termini di infrastrutture di trasporto (“oggi, il nostro paese possiede un sistema di trasporto vasto, completo e fondamentalmente modernizzato, con grandi corridoi di trasporto integrati ad alta capacità, una flotta che copre le principali rotte oceaniche internazionali e rotte aeree internazionali) e di come tutto questo sia stato vissuto sempre con estremo favore.
Tuttavia, “sappiamo anche che questo grande settore dei trasporti ha richiesto al paese "grandi investimenti" in ogni periodo. Pur avendo ottenuto risultati brillanti, ha anche comportato un costo elevato. In particolare, nella seconda metà dell'Undicesimo Piano Quinquennale (quello del 2009, ndr), è iniziata la pianificazione e la costruzione di infrastrutture di trasporto su scala extra-large, che ha portato a:
un rapporto eccessivamente alto tra gli investimenti nei trasporti e il PIL, salito al 7%-9%, un rapporto anormalmente elevato.
Tra il 2008 e il 2010, gli investimenti annuali nei trasporti sono aumentati drasticamente.
Nel 2009, gli investimenti nelle ferrovie ad alta velocità a livello nazionale hanno raggiunto 700 miliardi di yuan (circa 84 miliardi di euro, ndr), una situazione che è proseguita per molti anni, portando a una grave sovracostruzione nel settore dei trasporti.
Lo scandalo di Liu Zhijun, ex Ministro delle Ferrovie, nel 2011 ha portato alla luce problemi di corruzione e qualità, causando un blocco temporaneo dei lavori. Nonostante ciò, la "grande corsa" è proseguita, portando la rete AV a 46.000 km all'inizio del 2025, con piani per ulteriori 70.000 km entro il 2035.
Espansione smodata
Ecco, Lu considera questa espansione come “smodata”, poiché non tiene conto “della domanda di mercato o della reale situazione economica del paese”.
La pianificazione dell'AV è criticata da Lu per essere inadeguata, con linee spesso costruite dove il flusso di passeggeri è insufficiente a giustificare gli enormi investimenti. “Si stima che una linea di media distanza necessiti di 35-40 milioni di passeggeri all'anno per essere redditizia”. La politica di collegare "tutte le città a livello di prefettura" con l'alta velocità ha generato collegamenti superflui e un'espansione indiscriminata. Un altro punto dolente è la posizione irrazionale di molte stazioni AV, spesso costruite in aree remote, lontane dai centri urbani. Questo causa “disagi ai passeggeri e vanifica il vantaggio della velocità, con numerosi esempi di stazioni gigantesche ma scarsamente utilizzate”, guidate più da interessi locali (creare "nuove aree", ottenere risultati politici) che da una reale necessità.
Perdite e debiti
La sovracostruzione ha generato enormi perdite finanziarie e un debito crescente. Nel 2023, il debito cumulato delle ferrovie AV ha raggiunto i 6.000 miliardi di yuan (723 miliardi di euro, ndr), con solo 6 linee redditizie (e solo per i costi operativi, non per l'investimento iniziale). Le perdite annuali dell'intero settore ferroviario superano i 55 miliardi di yuan (6,6 miliardi di euro, ndr), parzialmente compensate dai profitti delle ferrovie normali. Questo ha contribuito a un rapido aumento del debito locale in Cina. Si prevede inoltre un imminente e costoso periodo di manutenzione per le linee AV più vecchie.
La mania delle grandi opere
Le cause di questi problemi risiedono nella mancanza di una visione sistemica (la pianificazione si basa su obiettivi prefissati anziché su analisi scientifiche), negli interessi settoriali e locali (esperti e funzionari che promuovono progetti per tornaconto personale o politico) e nella “mania delle grandi opere” (il desiderio di creare “miracoli mondiali” che ha prevalso sulla razionalità economica). Inoltre, l'attuale costruzione di grandi infrastrutture ha un impatto limitato sulla creazione di posti di lavoro a causa dell'alta meccanizzazione.
Per risolvere questi problemi, Luo pensa siano necessarie alcune cose: ripensare la scala e la velocità degli investimenti, integrare l'AV con una vasta rete di linee secondarie e altri mezzi di trasporto per un sistema più efficiente e "porta a porta". Propone di fermare la costruzione di AV a breve distanza, sostituendola con metropolitane leggere o autobus.
Infine, raccomanda di abbandonare lo sviluppo dei treni a levitazione magnetica (Maglev), considerandoli un progetto costoso con problemi tecnologici e di compatibilità, ingiustificato data l'attuale sottoutilizzazione delle ferrovie AV esistenti.
(Qui trovate tutto l’articolo)
Il Gaokao di quest’anno
Di seguito due delle prove che 13 milioni di studenti hanno dovuto affrontare al temibile esame per accedere alle università (con tanto di servizi AI sospesi ad hoc per evitare frodi…)
Prova d'Esame Nazionale I
Voleva cantare qualcosa per i bambini, ma il cuore gli si agitava e non riusciva ad aprire bocca. (Lao She)
Se io fossi un uccello, dovrei anche cantare con la mia gola rauca. (Ai Qing)
Vi abbraccerò uno per uno con le mie mani insanguinate, perché una nazione è insorta. (Mu Dan)
Che associazioni e pensieri ti hanno suscitato i materiali sopra riportati?
Prova d'Esame Nazionale II
I sogni spesso presentano i nostri sentimenti e le nostre aspirazioni in un modo unico, aprendoci cieli ancora più vasti. Spesso raccontiamo i nostri sogni agli altri, li registriamo per iscritto e li realizziamo con le nostre azioni.
Se un giorno potessimo donare i nostri sogni agli altri...
Che associazioni e pensieri ti hanno suscitato i materiali sopra riportati?
A domenica prossima!
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