Premier
Abbiamo la data, abbiamo alcune conferme che Xi manterrà le cariche, ma ci sono ancora degli interrogativi. Ad esempio: chi succederà a Li Keqiang come premier? La sfida tra due "perenni" candidati.
Che si è detto questa settimana?
In attesa di capire se saranno confermate le voci che darebbero Xi in scioltezza nel mantenere tutte le sue cariche, rimangono alcuni punti in via di definizione circa il Ventesimo Congresso (che inizierà il 16 ottobre).
In particolare il ruolo del premier. Se è vero che in Cina quello del premier solitamente è un ruolo secondario rispetto a quello di segretario del Partito, è altrettanto vero che alcuni premier hanno saputo “segnare” il proprio periodo in carica più di altri. Senza andare troppo indietro nel tempo, nel decennio 2002-2012 tra il segretario Hu Jintao e il premier Wen Jiabao, è stato senz'altro il secondo a essersi conquistato più visibilità e popolarità.
Non è un caso, forse, che poco prima dell'arrivo al potere di Xi sia stato proprio lui (e non Hu) a essere colpito da alcuni scandali che hanno minato la tradizionale capacità dei politici cinesi di operare dietro le quinte anche dopo il loro ritiro ufficiale (c'è un master supremo in questo ed è Jiang Zemin, ad esempio). E probabilmente Xi - è piuttosto probabile che il siluro contro Wen lo abbia sganciato lui - ha avuto ragione: “nonno Wen” forse avrebbe provato a mantenere qualche influenza. Hu Jintao è praticamente scomparso dai radar e definitivamente annientato dalla lotta di Xi contro la Lega della gioventù comunista. E Xi ha chiuso l’opera nel luglio del 2016 quando Ling Jihua, braccio destro di Hu, è stato condannato all’ergastolo. Fine.
Quindi chi sostituirà Li Keqiang? L'ipotesi più accreditata parla di una sfida a due tra Wang Yang, veterano e già nel Comitato Permanente del Politburo (i sette uomini più potenti del paese, Wang è considerato il numero 4) e Hu Chunhua, vice premier, “eterna” stella della politica cinese che in questo Congresso dovrebbe finalmente entrare nel Comitato Permanente.
Wang Yang (Presidente del Comitato nazionale della Conferenza politica consultiva del popolo cinese dal 2018, già vice premier dal 2013 al 2018) è di sicuro uno dei politici che più ha segnato la stagione a metà dei primi anni Duemila, specie grazie al suo “modello Guangdong” dove è stato segretario; riformista, attento alle esigenze dei lavoratori, il suo modello si contrapponeva a quello statalista di Chongqing di Bo Xilai (dove Wang era stato già segretario, tra l’altro). Aveva anche dimostrato ottime capacità di placare disordini sociali, guadagnandosi la fama di “negoziatore”.
All'inizio sembrava un perfetto alleato di Xi Jinping, quando nessuno sapeva bene cosa avesse in testa Xi, che all’epoca passava per riformatore (perché suo padre in parte lo fu, principalmente). Poi vista la piega presa da Xi, è stato considerato un suo rivale. Di recente sembrano andare di nuovo d'accordo.
Quando si parla di “riformisti” in Cina si opera una forzatura: i posizionamenti politici dipendono da moltissimi fattori, logiche interne, da campagne del passato e così alcune espressioni, come “riformisti”, cambiano di significato e di senso all’interno del Partito (ad esempio possono diventare rischiose o invece essere in voga) a seconda del momento storico, delle contingenze; in questo senso diciamo “riformisti” per segnalare un’attitudine rivolta più al mercato rispetto allo Stato (ma non è detto si traduca anche in un “riformismo” di natura politica, anzi). È una semplificazione necessaria, per quanto non esaustiva.
Problematica: Wang ha 67 anni, quindi tra un anno dovrebbe ritirarsi. Di per sé questo non è un ostacolo alla carica di premier. Se dovessi scommettere, in ogni caso, scommetterei su di lui che di recente si è sperticato in lodi per la “prosperità comune”. Per chi se lo ricorda, da molti viene accostato potenzialmente a Zhu Rongji (premier cinese dal 1998 al 2003) forse anche perché Wang l’ha sempre considerato il suo mentore.
E poi c'è Hu Chunhua (attualmente vice premier), quello che sembrava il “predestinato”, perché considerato il “figlioccio” di Hu Jintao. Invece è rimasto al palo come tanti della sua generazione (la sesta, quella dei nati negli anni '60, Hu ha 59 anni).
In Cina si contano le generazioni di leader (e funzionari) da Mao in avanti. Quella di Mao è la prima generazione, Deng Xiaoping la seconda, Jiang Zemin la terza (e c’è un primo scarto tra chi aveva combattuto e chi era entrato nel partito più tardi), Hu Jintao la quarta (altro scarto: entrano anche i nati dopo la guerra), Xi Jinping la quinta. La sesta in teoria sarebbe importante, con i nati negli anni ‘60 che in pratica non hanno vissuto la Rivoluzione Culturale, spauracchio delle generazioni precedenti. E con un piede nelle Riforme, in una Cina totalmente diversa da quella tardo-maoista.
La carriera di Hu è interessante per due motivi: perché costituisce l’esempio perfetto della “meritocrazia dall’alto” del Partito comunista cinese e perché la sua storia sfiora quella di Wang Yang.
Hu viene spedito in Tibet quando il segretario del partito della regione era Hu Jintao che ben presto lo comincia a seguire da vicino. Dopo il Tibet arriva un compito diverso: l’Hebei, una regione “rossa” dunque meno problematica. Ma è comunque un test, cui ne segue un altro: Mongolia Interna. E lì Hu fa capire di saper sedare anche le proteste più dure della regione degli ultimi 30 anni.
Poi succede proprio a Wang Yang, nel Guangdong, regione ricca, la prova è economica. E nel 2012 ecco il Politburo: è il più giovane e tutti all’epoca pensammo che la sua incoronazione nel 2022 fosse già apparecchiata. Ma non avevamo calcolato bene Xi. E il fatto che Hu fosse così vicino a Hu Jintao e alla Lega della gioventù comunista non l’ha aiutato nei primi anni di leadership di Xi.
Di recente però ha accompagnato il numero uno in viaggi interni importanti e ha scritto alcuni articoli decisamente favorevoli a Xi Jinping.
Secondo voi?
L’intervista
Originario dello Jiangxi e oggi professore di chinese studies in Australia presso l’università di Adelaide, Mobo Gao rappresenta una delle tante anime della cosiddetta «Nuova Sinistra» cinese, termine con il quale si identifica un filone di pensiero, molto variegato al proprio interno, che attraverso un approccio multidisciplinare tenta di rileggere la recente storia cinese contestualizzandola rispetto alle categorie occidentali.
Mobo Gao è il primo intervistato in questa newsletter sul Congresso :-)
4 domande e 4 rapide risposte.
Quali sono i tuoi sentimenti riguardo a questo congresso in arrivo
La mia sensazione è che sarà una sorta di anti-climax. Xi manterrà il potere ancora più saldamente. C'è l'aspettativa che il controllo sul Covid sarà più rilassato dopo il congresso. Lo spero davvero. Ma dipende da molti altri fattori.
Xi manterrà tutte le cariche?
Sì, prevedo che Xi sarà ancora il presidente, il segretario generale e capo dell'esercito. La gente tende a dimenticare che è stato Jiang Zemin a dare il via a questo triplo-potere in una sola persona. Jiang Zemin è troppo vecchio per fare qualcosa contro Xi, Zhu Rongji non è un tipo di persona che entra in lotta per il potere a meno che non veda qualcosa che minaccia il PCC o la Repubblica popolare cinese. Hu Jintao non cercherà di certo di rovesciare Xi. Alcuni dei principini potrebbero non essere felici, ma Xi ha credenziali importanti e il sostegno di Liu Yuan e Wang Qishan.
E Li Keqiang?
Sospetto che Li si ritirerà in qualche altro ruolo, ma se sarà deciso ora o dopo non lo sappiamo. Immagino che, anche se fosse deciso ora, non sarà annunciato fino alle "Due Assemblee" (il momento annuale “parlamentare” in Cina, solitamente a marzo, ndr) del prossimo anno.
Che tipo di cambiamento generazionale vedremo al Congresso?
Più giovani e volti nuovi. E svaniranno le fazioni come siamo sempre stati abituati a vederle all’interno del Pcc: la fazione della Lega e dei principini non esistono più e il Congresso lo sancirà.
Il thread
Uno scambio su Twitter da veri invasati sul Pcc e il Congresso tra un account “Itrulyknowchina” e Carl Minzer, esperto di cose cinesi che aveva pubblicato alcuni tweet di “previsione” del prossimo Comitato Permanente. Materiale ideale per un “FantaCongresso”.
La settimana - fonti cinesi
L’annuncio della data del Ventesimo Congresso
http://paper.people.com.cn/rmrb/html/2022-08/31/nw.D110000renmrb_20220831_1-01.htm
Ding Yuanzhu sul “governo digitale” (di seguito altri link sul tema di cui si sta discutendo parecchio in Cina e che indica una tendenza futura su cui i prossimi responsabili politici ed economici insisteranno)
https://www.aisixiang.com/data/136229.html
Il discorso di Xi Jinping sull’internet “della nuova era”
http://www.81.cn/yw/2022-08/31/content_10181857.htm
Cosa si intende per “National Cloud”
https://mp.weixin.qq.com/s/-RmB9TvDDCUIc0zl-Hg4Kw
La settimana - fonti internazionali
Dexter Tiff Roberts sullo scontro presunto tra Xi e Li
https://supchina.com/2022/08/26/the-li-vs-xi-silly-season/
Mega carrellata di Damien Ma sul Congresso
https://macropolo.org/analysis/most-consequential-political-event-of-the-year/
James A. Millward sull’importanza della narrazione di Xi nel suo recente discorso nello Xinjiang
https://www.thechinastory.org/identity-politics-in-command-xi-jinpings-july-visit-to-xinjiang/
Lorenzo Lamperti sugli ultimi eventi tra Cina e Taiwan. Sapevamo che il post visita di Nancy Pelosi sarebbe stato molto importante.
https://ilmanifesto.it/taiwan-spara-sui-droni-di-pechino
Comitato Centrale, Politburo, Comitato Permanente: di cosa parliamo, come sono organizzati, chi sono i membri
qui una ricostruzione multimediale del Scmp (c’è paywall)
qui tutti i componenti del Politburo del Brookings Institute
Un libro (sempre a tema)
The Man Who Changed China: The Life and Legacy of Jiang Zemin di Robert Lawrence Kuhn. Oltre alla biografia di Jiang il libro, pubblicato nel 2005, offre parecchi squarci sui Congressi e sulle dinamiche interne del Pcc: da quelle spericolate del 1989, fino a quelle più lineari del 2002.
La più grande debolezza di Jiang, il fatto che non avesse una forte base di alleati, divenne un punto di forza. “Ho bisogno di qualcuno che non traffichi con le fazioni”, disse Deng.
Heavy Metal Party
Invincible - Tool - (dedicato al nucleo, timoniere, presidente, segretario, capo delle forze armate)
A venerdì prossimo (tag possibili: #WangHuning #tecnocrati #Soen)
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