Le citazioni del ministro degli esteri cinese a Monaco
La posizione cinese sull'Ucraina e sullo scenario internazionale. Pechino e Bruxelles, spiragli. Un “favore” di Trump a Pechino. I media cinesi sono pieni di articoli su scienziati che tornano in Cina
Set List:
- Le citazioni del ministro degli esteri Wang Yi e Monaco
- Cina e Ue
- Un “favore” di Trump
- Quelli che ritornano
- Ascolti
Monaco
Oggi cominciamo con uno dei momenti più divertenti della partecipazione del ministro degli Esteri cinese Wang Yi alla conferenza della sicurezza di Monaco in Germania. In conferenza stampa Wang Yi ha riportato alcune frasi contenute nel suo discorso, sono frasi che potremmo definire “classiche”.
La prima è questa:
天行健,君子自强不息 che potrebbe essere tradotta (mi perdoneranno eventuali sinologi) come “la natura è in costante movimento, l’uomo nobile cerca di migliorare se stesso”. Una frase che indica la necessità di perservare nel miglioramento continuo, tratta da 易經, Il libro dei mutamenti
La seconda è questa:
他强任他强,清风拂山岗;他横任他横,明月照大江 che potrebbe essere tradotta come “Lascia che sia forte quanto vuole, la brezza leggera accarezza la collina; lascia che sia prepotente quanto vuole, la luna piena illumina il grande fiume”. Questa frase a me ha ricordato molto Du Fu (e la sua “Sguardo a primavera”) ma cercando sui siti cinesi ho invece trovato che sarebbe tratta da uno dei romanzi di cappa e spade di Jin Yong.
Wang Yi è ormai un decano nel governo cinese, ha un suo stile piuttosto deciso, gentile a suo modo, ma decisamente puntuto: nelle occasioni in cui può essere tra l’ironico e l’acido, difficilmente si lascia scappare l’occasione. E ieri, riportando le citazioni, a un certo punto ha detto qualcosa come: “Lo so è difficile forse la traduzione di queste frasi, potete sempre provare con DeepSeek” (c’è anche un video su Youtube).
Ora, veniamo al dunque. Questa settimana è stata la settimana durante la quale: Trump ha chiamato Putin, poi ha avvisato Zelenzky, poi ha detto che l’Europa dovrà incaricarsi militarmente della sicurezza dell’Ucraina. Poi a Monaco - alla conferenza per la sicurezza - J.D.Vance, il vice presidente americano, ha fatto un discorso piuttosto eloquente, non proprio amichevole nei confronti dell’Europa.
Ovviamente, nel momento in cui si nominano Ucraina e Russia, ci vuole poco perché esca anche la Cina. Ci si è interrogati su quale fosse la posizione cinese, dopo anni di sottolineatura dell’importanza del “multilateralismo” (seppure dopo anni di analisi e discussioni in Cina su un potenziale G2 con gli Usa, in grado di gestire il mondo direttamente da chi conta di più), dopo tre anni dall’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia, durante i quali Pechino è stata additata da Usa e Ue come esplicitamente in sostegno di Putin, pur all’interno di dinamiche della relazione Mosca-Pechino molto più complicate delle apparenze (va detto che però a livello di opinione pubblica europea è passata la linea di un sostegno diretto della Cina alla Russia).
Il giorno dopo la telefonata Trump-Putin il Wall Street Journal è uscito con un pezzo nel quale, in sostanza, si diceva questo:
Secondo fonti a Pechino e Washington a conoscenza della questione, nelle ultime settimane i funzionari cinesi hanno avanzato una proposta al team di Trump, tramite intermediari, per organizzare un vertice tra i due leader e facilitare gli sforzi di mantenimento della pace dopo un'eventuale tregua. L'offerta, tuttavia, è stata accolta con scetticismo negli Stati Uniti e in Europa, date le profonde preoccupazioni per i legami sempre più stretti tra Pechino e Mosca.
Ora, non voglio ripetermi, ma talvolta “fonti a conoscenza della questione” non significa “certezze”. Diciamola più dritta possibile: può benissimo essere che la Cina da un lato - per vie dirette con l’amministrazione Trump - speri che gli Usa risolvano la cosa, pur di partecipare alla ricostruzione eventuale e che dall’altro lato invece continui a sostenere il multilateralismo, che in questo caso chiaramente significa condannare il tentativo trumpiano di tenere fuori praticamente tutti da un eventuale negoziato.
Quindi, per attenerci a quello che sappiamo, vediamo che ha detto Wang Yi a Monaco e poi un commento di Zhang Hong un ricercatore dell’Accademia delle scienze sociali sempre sullo stesso tema (ma più focalizzato a interpretare la mossa americana).
Cominciamo da Wang Yi (il suo discorso in cinese lo trovate qui) che ha effettuato un discorso di totale adesione al “multilateralismo” aggiungendo che alla base di questa visione c’è proprio l’Europa (una risposta a Trump e una preventiva a Vance che in realtà ha parlato dopo). Di seguito il riassunto delle cose più importanti che ha detto:
Dobbiamo lavorare per un mondo multipolare equo e ordinato. Questa è un'altra importante proposta avanzata dal Presidente Xi Jinping, e rappresenta la nostra sincera aspettativa per un mondo multipolare. La Cina sarà sicuramente un fattore di certezza in questo sistema multipolare e si sforzerà di essere una forza costruttiva e salda in un mondo che cambia.
Poi ha sottolineato quattro punti:
Primo, è importante promuovere un trattamento equo. La rivalità tra grandi potenze ha portato disastri all'umanità, come dimostrano le lezioni delle due guerre mondiali in un passato non troppo lontano. Che si tratti del sistema coloniale o della struttura centro-periferia, gli ordini iniqui sono destinati a scomparire. (…) È in questo principio che la Cina sostiene l'uguaglianza tra tutti i paesi, indipendentemente dalle dimensioni, e chiede una maggiore rappresentanza e voce dei paesi in via di sviluppo nel sistema internazionale.
Secondo, è importante rispettare lo stato di diritto internazionale. Come dice un antico detto cinese, cerchi e quadrati non possono essere disegnati senza compassi e righelli, il che significa che nulla può essere realizzato senza seguire norme e standard.
Terzo, è importante praticare il multilateralismo. Di fronte alle nuove sfide globali, nessun paese può rimanere non influenzato e l'approccio "prima noi" nelle relazioni internazionali porta solo a un risultato perdente per tutti.
Quarto, è importante perseguire l'apertura e il mutuo vantaggio. Lo sviluppo è la chiave per affrontare vari problemi. Il mondo multipolare dovrebbe essere un mondo in cui tutti i paesi si sviluppano insieme. Il protezionismo non offre alcuna via d'uscita e le tariffe arbitrarie non producono vincitori. Il disaccoppiamento priva di opportunità e un "piccolo cortile con alte recinzioni" finisce solo per limitare se stessi. È importante perseguire una cooperazione aperta e sostenere un mondo multipolare equo e ordinato con una globalizzazione economica universalmente vantaggiosa e inclusiva.È per questo obiettivo che la Cina rimane impegnata a condividere opportunità di sviluppo con tutti i paesi. Uno studioso australiano ha definito la Cina un "facilitatore", il che trovo molto appropriato. Con una crescita del PIL del cinque percento lo scorso anno, la Cina ha contribuito a quasi il 30% della crescita economica mondiale.
Ora veniamo Zhang Hong, un ricercatore presso l'Istituto di studi russi, dell'Europa orientale e dell'Asia centrale dell'Accademia cinese delle scienze sociali. Riassumo brevemente il suo articolo: Zhang sostiene che il colloquio telefonico tra Trump e Putin sia un evento significativo che riflette un cambiamento nelle dinamiche internazionali (in particolare Zhang sottolinea un cambiamento significativo nell'ordine internazionale post-Guerra Fredda, con un passaggio dal “liberalismo” al “realismo”). Questo evento indica un possibile allentamento delle tensioni USA-Russia e l'avvio dei negoziati di pace russo-ucraini. Tuttavia, Zhang avverte che questo cambiamento potrebbe portare a un ordine internazionale meno stabile e più competitivo, con rischi per i paesi più piccoli (sottolineando, in primis, il rischio per l’Ucraina) e per la cooperazione multilaterale.
L’Europa
L’avvento di Trump potrebbe cambiare le relazioni tra Cina ed Europa? Ne ho scritto insieme a Vincenzo Genovese nella newsletter “Spinelli - Visioni sull’Europa”, la newsletter settimanale di Will Media che ogni venerdì racconta l’Unione europea, e gli europei, da Bruxelles (qui sotto potete anche iscrivitervi). Nella newsletter trovate anche alcuni dati significativi sul rapporto Ue e Cina.
Un “favore” di Trump
Decine di gruppi non governativi che monitorano il dissenso e i diritti umani e quelli del lavoro in Cina hanno licenziato il personale dopo essere stati costretti a sospendere il lavoro a seguito del congelamento degli aiuti esteri da parte del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. (…) “Molte di queste ONG sono state colte alla sprovvista: pensavano che, a causa della concorrenza tra Stati Uniti e Cina, anche se ci fossero stati tagli ai finanziamenti, i programmi per la Cina sarebbero rimasti”, ha dichiarato Maya Wang, direttore associato per la Cina di Human Rights Watch.
La notizie è della Reuters ed è una conseguenza dei tagli di Trump degli aiuti di vario genere forniti dagli Usa: “Trump ha bloccato per 90 giorni la maggior parte degli aiuti finanziati dal governo degli Stati Uniti a livello globale e si sta muovendo per smantellare l'USAID, che ha descritto come gestito da “un gruppo di pazzi radicali”. La mossa fa parte di uno sforzo della sua amministrazione per tagliare la forza lavoro del governo federale e ridurre le spese che considera inutili. Sebbene Trump abbia dichiarato che alcuni fondi potrebbero essere sbloccati alla scadenza della pausa, non è chiaro quali potrebbero essere ripristinati, scatenando una corsa tra molti gruppi incentrati sulla Cina alla ricerca di risparmi, ulteriori finanziamenti e sforzi per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti”.
Quelli che ritornano
Sun Nan, un importante specialista nella produzione di chip con incarichi di docenza a vita presso l'Università del Texas ad Austin e consulente per una società di progettazione di chip di fama internazionale, nel 2020 ha rinunciato a tutto ciò che aveva negli Stati Uniti ed è tornato in Cina. Negli ultimi quattro anni, ha guidato il suo team nello sviluppo di oltre 50 chip di punta. Sun Nan è entrato alla Tsinghua University nel 2002 per la laurea triennale e, dopo essersi laureato nel 2006 come il primo della sua classe, si è recato alla Harvard University per conseguire un dottorato di ricerca, concentrandosi sulla progettazione di circuiti integrati. Nel 2011, è entrato a far parte del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Informatica dell'Università del Texas ad Austin, dove ha formato un team di ricerca, ottenendo un incarico di docenza a vita nel 2017.
Sarà l’effetto DeepSeek, ma sul web cinese è pieno di storie così, di ingegneri, tecnici, specialisti, che tornano in Cina. Il pezzo intero lo trovate qui.
Alcune cose su presentazioni e festival. Il 19 febbraio presento 2100 a Bergamo (sarà l’ultima presentazione di 2100 prima di giugno perché a breve parto e starò un bel po’ in Cina). Le info su questa presentazione le trovate in questo articolo su L’Eco di Bergamo.
Poi, prossimo weekend c’è il festival di Chora, qui trovate tutte le info. Io farò due cose, una rassegna stampa sabato alle 8….e poi un live di Altri Orienti: I Tre Regni e la Cina di oggi. Proverò a collegare il classico cinese all’attualità, spero sarà molto divertente, sarò accompagnato da sound e musica, credo che sicuramente sarà una figata farlo. Entrambi gli eventi sono sold out, ma il consiglio è mettersi in lista d’attesa.
Ascolti
Vi segnalo l’ultima puntata di Altri Orienti sulla vita, incredibile, di Masayoshi Son, fondatore di SoftBank.
A domenica prossima!
Grazie per aver letto la newsletter. Io sono un giornalista, lavoro a Chora Media, conduco due podcast “Altri Orienti” e “Fuori da Qui”. Ho vissuto a lungo in Cina e in Asia, dove ho fondato China Files. Provo a raccontare cosa succede in questi luoghi con la newsletter, con i libri, con dei video su Youtube. E pure qui su Instagram.
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