I vecchi e i bambini
Per la prima volta dagli anni '50 la Cina annuncia l'avvio della riforma delle pensioni. Stop alle adozioni internazionali. Intervista a Zichen Wang. 2100: dormire nella nuova capitale indonesiana
Set-list:
La riforma delle pensioni
Intervista a Zichen Wang
Stop alle adozioni internazionali
Altre storie dalla Cina
2100: dormire nella nuova capitale
Altre storie dall’Asia
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Io sono un giornalista, lavoro a Chora Media, conduco due podcast “Altri Orienti” e “Fuori da Qui”. Ho vissuto a lungo in Cina e in Asia, dove ho fondato China Files. Provo a raccontare cosa succede in questi luoghi con la newsletter, con i libri, con dei video su Youtube. E pure qui su Instagram.
Pensioni
Ecco i cambiamenti più significativi, come indicati dal documento del Consiglio di Stato rilasciato venerdì 13 settembre:
A partire dal 1° gennaio 2025, l'età pensionabile verrà gradualmente aumentata come segue:
Per i dipendenti uomini e donne la cui età pensionabile è attualmente di 60 e 55 anni, l'età pensionabile sarà estesa di un mese ogni quattro mesi, fino a raggiungere rispettivamente 63 e 58 anni.
Per le dipendenti la cui attuale età pensionabile legale è di 50 anni, l'età pensionabile sarà estesa di un mese ogni due mesi, raggiungendo infine i 55 anni.
Quindi, la riforma entra in vigore il 1 gennaio 2025 e prevede un graduale innalzamento dell’età pensionabile nel giro di 15 anni: per gli uomini aumenterà da 60 a 63 anni. Per le donne impiegate impiegate nelle fabbriche aumenterà da 50 a 55, per tutte le altre da 55 a 58.
Come ha scritto Caixin, “Dopo essere stato per oltre un decennio un argomento ricorrente nelle conversazioni all'ora del tè, la riforma delle pensioni sta diventando realtà e avrà ripercussioni su oltre 500 milioni di lavoratori, mentre il Paese è alle prese con un rapido invecchiamento della popolazione”.
Prima di vedere alcuni aspetti legati a questa riforma, ricordiamo alcune cose:
L'attuale età minima di pensionamento in Cina è tra le più basse al mondo (negli Usa l'età pensionabile è di 62 anni per uomini e donne, in Germani è di 66 anni).
La regole pensionistiche sono le stesse dal 1951, ma nel frattempo l'aspettativa di vita media in Cina è aumentata da 67,9 anni nel 1981 a 78,2 anni nel 2021.
Nel 2000 gli over 60 erano 126 milioni. Nel 2023 erano 297 milioni
Secondo il Fondo monetario internazionale, il numero di cinesi in età lavorativa (dai 15 ai 64 anni) diminuirà di circa 170 milioni nei prossimi 30 anni, mentre la popolazione di età pari o superiore a 65 anni salirà a quasi 380 milioni, facendo della Cina una società "gravemente invecchiata".
Il numero di neonati è in continuo calo dal 2017: nel 2023, il numero di nascite è sceso a un minimo storico di 9,02 milioni.
Queste sono le premesse di una riforma che secondo alcuni analisti è arrivata tardi e cambierà poco. Una delle principali preoccupazioni era la tenuta del sistema, visto che le previsioni da tempo annunciavano potenziali rischi: secondo diversi dati che da giorni girano sui media cinesi, si stima che i fondi pensione del paese, quelli che coprono i dipendenti urbani, si esauriranno in circa un decennio. Quindi la riforma era necessaria, ma non è detto che possa risolvere questo problema.
Inoltre, il piano di riforma pensionistico potrà poco se non sarà accompagnato da riforme del mondo del lavoro, che affrontino anche il tema della parità di genere e che siano in grado di portare alla regolarizzazione di alcuni settori, primo fra tutti quello della gig-economy.
Di sotto metto alcuni link in inglese dove trovare informazioni utili per capire la gamma di problemi, ma prima vorrei segnalare le perplessità espresse già mesi fa dal China Labour Bulletin (una ong che si occupa di lavoro in Cina). In particolare due:
È difficile per i lavoratori migranti trovare lavori che siano in grado di pagare la previdenza sociale per 15 anni, il prerequisito per ottenere una pensione una volta che ci si è ritirati dal mondo del lavoro. I lavoratori sono preoccupati che la riforma dell'età pensionabile renderebbe le cose ancora più difficili.
C'è una disparità nella copertura e nei benefici della previdenza sociale tra i lavoratori urbani e i lavoratori migranti. Molti lavoratori migranti devono ancora lavorare dopo l'età pensionabile, con poca o nessuna previdenza sociale. L'occupazione precaria e informale nei vari settori è una ragione significativa e probabilmente continuerà con la crescente gig economy.
Insomma, il passo del Consiglio di Stato è notevole, storico e rilevante, ma andrà valutato nell’ottica di altre riforme, perché possa essere effettivamente utile a migliorare le problematiche collegate al sistema pensionistico cinese e alla più generale situazione economica cinese.
Qui trovate gli articoli (in inglese) sul tema di Caixin, Sixth Tone, Cnn, Cna, China Briefing, Wall Street Journal.
Intervista a Zichen Wang
Zichen Wang attualmente è impegnato in un Master in Politiche Pubbliche presso la Princeton School of Public and International Affairs, in congedo dal Center for China and Globalization (CCG), un importante think tank non governativo a Pechino, dove ha ricoperto il ruolo di Research Fellow e Direttore per le Comunicazioni Internazionali. Prima di entrare a far parte del CCG nell'ottobre 2022, ha lavorato per undici anni presso l'agenzia di stampa Xinhua, sia in Cina che in Europa. Zichen gestisce anche alcune newsletter molto interessanti: ci siamo scritti diverse volte e questa estate gli ho chiesto di rispondere ad alcune domande per la newsletter. Wang ha gentilmente accettato, di seguito l’intervista.
Qual è la tua opinione, in generale, sull'attuale senso di pessimismo riguardo al futuro della Cina?
Il pessimismo attuale è comprensibile, dati i significativi problemi che affliggono l'economia cinese. I consumi deboli, la disoccupazione in aumento e il rallentamento evidente della crescita economica hanno generato ampie discussioni sia in Cina che all'estero. È importante contestualizzare questo sentimento all'interno della recente storia di rapida crescita economica della Cina, che ora è passata a una fase di crescita a velocità medio-alta. Questo cambiamento è stato particolarmente scioccante per molti cittadini cinesi e osservatori globali, che si erano abituati a decenni di eccezionali performance economiche.
Il contrasto tra la prosperità passata e le sfide attuali ha inevitabilmente alimentato preoccupazioni e pessimismo, specialmente tra le giovani generazioni che hanno conosciuto solo una Cina in crescita. Anche se si parla molto del fenomeno del “lying flat” è difficile quantificarne la diffusione. Una parte significativa della popolazione continua a lavorare duramente per superare queste sfide. Tuttavia, è giusto riconoscere che i ritorni del duro lavoro nella società cinese stanno diminuendo, mentre l'influenza del background familiare sta diventando più evidente. Questa tendenza è chiara negli studi sulla mobilità educativa e in un recente sondaggio riguardo le percezioni dei cinesi sulle cause della disuguaglianza.
Recentemente, Yan Xuetong ha dichiarato che l'espressione "l'Oriente sta emergendo, l'Occidente sta declinando" è sbagliata perché non è chiaro cosa costituisca esattamente l'Oriente e cosa l'Occidente. Qual è la tua opinione in merito?
Dal 2000 al 2024, abbiamo assistito a un significativo cambiamento nel potere economico globale. La quota del PIL mondiale dei paesi del G7 è scesa dal quasi 45% a circa il 30%, mentre la quota della Cina e dell'Asia più ampia è aumentata notevolmente. Questa tendenza supporta l'idea dell'ascesa economica dell'Oriente rispetto all'Occidente nel corso di decenni.
Tuttavia, è cruciale riconoscere che l'Occidente, in particolare gli Stati Uniti, mantiene un vantaggio significativo in numerosi settori. Inoltre, la quota della Cina nell'economia globale è in realtà diminuita negli ultimi anni, anche se alcuni attribuiscono ciò a un dollaro USA più forte. Vale la pena notare che, sebbene la frase sia apparsa nei discorsi dei leader cinesi, il suo utilizzo è stato molto meno frequente e prominente di quanto gli osservatori occidentali spesso presumano. Ancora più importante, la Cina ribadisce costantemente che “non ha intenzione di sfidare o sostituire gli Stati Uniti” e “non scommette mai contro gli USA”. Queste affermazioni sono molto più presenti nelle comunicazioni ufficiali. In definitiva, lo sviluppo dell'Oriente e dell'Occidente non dovrebbe essere visto come un gioco a somma zero. L'economia globale è sempre più interconnessa, e la prosperità di una regione non deve necessariamente avvenire a scapito di un'altra.
In base alla tua esperienza, quale ruolo può svolgere la Cina in Medio Oriente?
Mi sembra evidente che gli interessi della Cina non sono favoriti dall'instabilità o dal caos nella regione. È importante riconoscere che la Cina è stata costantemente colpita negativamente dalle crisi passate e attuali in Medio Oriente. Per quanto riguarda le preoccupazioni umanitarie, la stabilità regionale e globale, e la prosperità economica, l'obiettivo della Cina è allineato con quello della comunità internazionale. Il mondo opera su una complessa rete di interdipendenze, con la sua quota di contraddizioni e conflitti. Tuttavia, non si tratta di un gioco a somma zero, dove la perdita di un paese si traduce automaticamente nel guadagno di un altro. La Guerra Fredda è finita da oltre 40 anni, e la mentalità “a due blocchi” ormai superata non fornisce più una cornice utile per comprendere la politica della Cina in Medio Oriente. A causa del passato recente, la Cina gode di una maggiore credibilità con gran parte del Medio Oriente, e la comunità internazionale farebbe bene a sfruttare questa opportunità.
Quali riflessioni e temi dovremmo osservare per comprendere come sta cambiando la Cina?
Nonostante un'enfasi crescente sulla sicurezza, lo sviluppo economico rimane al centro della missione nazionale della Cina, specialmente in un momento in cui la crescita è sottoposta a pressioni significative. La Cina riconosce che il proprio sviluppo economico dipende da un ambiente internazionale pacifico e stabile. Questa comprensione è alla base dell'approccio cinese agli affari globali, spiegando perché non ha interesse a sfidare fondamentalmente l'ordine internazionale. L'impegno della Cina per la riforma e l'apertura rimane un pilastro centrale del suo sviluppo. Il ruolo della Cina come importante partner commerciale, innovatore tecnologico e investitore in progetti infrastrutturali globali sottolinea l'importanza di un'economia globale collaborativa. La Cina è desiderosa di collaborare su sfide globali come il cambiamento climatico, la ripresa economica e la salute pubblica, in linea con gli interessi globali più ampi, inclusi quelli degli Stati Uniti.
Negli ultimi trent'anni, la Cina ha evitato di usare la forza militare all'estero e non è stata coinvolta in nuovi conflitti armati regionali. Questo comportamento probabilmente continuerà, riflettendo l'attenzione della Cina sullo sviluppo economico e sul benessere interno piuttosto che sull'espansione militare. Nessuna delle instabilità percepite, per cui l'Occidente incolpa la Cina, è nuova. L'insistenza della Cina su queste questioni è vecchia di decenni. La Cina non ha avanzato nuove rivendicazioni espansionistiche perché è diventata più forte. Queste instabilità - che si tratti dello Stretto di Taiwan o del Mar Cinese Meridionale - sono perfettamente gestibili, come lo sono state negli ultimi decenni.
Qual è la tua opinione sulle conclusioni del Terzo Plenum e che tipo di riforme ci si può aspettare dalla leadership del Partito?
Il Terzo Plenum ha delineato obiettivi ambiziosi e impegnativi. Tra questi vi è la garanzia che tutti i tipi di economie basate sulla proprietà abbiano pari accesso ai fattori di produzione, possano partecipare equamente alla competizione di mercato e ricevano uguale protezione legale. Il governo intende anche perfezionare il meccanismo di determinazione dei prezzi per i fattori di produzione, assicurando che i prezzi siano determinati dall'offerta e dalla domanda di mercato, pur prevenendo un'eccessiva interferenza governativa. Un'altra riforma chiave è fornire protezione legale permanente ed equa per i diritti di proprietà su tutte le forme di proprietà. Inoltre, la Cina prevede di aprire ulteriormente i mercati delle materie prime, dei servizi, del capitale e del lavoro all'economia globale.
Raggiungere questi obiettivi richiede cambiamenti politici che sono ancora in fase di sviluppo, ed è essenziale monitorare come saranno prioritizzati e implementati a vari livelli di governo. Come accade per qualsiasi riforma significativa in un'economia complessa come quella cinese, il processo sarà probabilmente graduale e potrebbe affrontare sfide. Gli impegni presi al Terzo Plenum indicano un riconoscimento della necessità di un'evoluzione economica continua per mantenere la traiettoria di crescita della Cina e rispondere ai bisogni emergenti della società.
Riguardo la tua attività giornalistica, qual è la tua valutazione complessiva dell'esperienza con la tua newsletter fino ad oggi?
La mia esperienza con Pekingnology, The East is Read e CCG Update è stata davvero straordinaria. Ho fondato Pekingnology nel maggio 2020 come progetto personale mentre ero corrispondente per l'Unione Europea per l'Agenzia Xinhua a Bruxelles. Nell'ottobre 2022, ho iniziato a lavorare per il Center for China and Globalization (CCG), dove abbiamo creato The East is Read e CCG Update, sfruttando la base di iscritti esistente di CCG.
Substack si è rivelata una piattaforma eccezionale per i nostri progetti. Attualmente, Pekingnology conta oltre 15.000 iscritti, The East is Read 10.000 e CCG Update raggiunge 6.500 lettori. Un aspetto fondamentale del mio ruolo al CCG è fornire contenuti approfonditi sulla Cina ai nostri abbonati, con particolare attenzione alle discussioni politiche interne che spesso rimangono sconosciute al di fuori dei suoi confini.
Siamo privilegiati perché abbiamo un pubblico diversificato e autorevole, tra cui attuali ed ex alti funzionari governativi di grandi paesi, ambasciatori, professori, analisti di think tank, editori dei media internazionali, capi redattori, giornalisti, dirigenti di multinazionali e investitori. Questo ci permette di promuovere un dialogo significativo tra vari settori e regioni. Mi sento onorato dal riconoscimento internazionale, con interviste sui media, citazioni e menzioni in altri canali di alto profilo, e inviti a conferenze e visite.
Come scegli gli argomenti, le riflessioni e le traduzioni da includere?
Il processo di selezione dei nostri contenuti è guidato principalmente dal mio giudizio editoriale, con il contributo prezioso dei miei collaboratori. Il mio approccio alla cura dei contenuti è più intuitivo che algoritmico. Seguo da vicino gli sviluppi delle notizie e le discussioni politiche, comprese quelle che offrono prospettive costruttivamente critiche a livello nazionale. Il mio obiettivo è rimanere rilevante, influente e costruttivo sia a livello nazionale che internazionale. In sostanza, la nostra strategia di contenuto privilegia la sfumatura rispetto ai bollettini di notizie, l'accessibilità rispetto agli scritti accademici e un livello di formalità intermedio tra gli articoli scientifici e i post sui social media.
Stop alle adozioni internazionali
Da tempo sono in contatto con alcune famiglie in grande difficoltà riguardo alle adozioni internazionali in Cina. Negli ultimi tempi le comunicazioni sono state ambigue e ora è arrivata l’ufficialità: la Cina ha sospeso le adozioni internazionali. Non si capisce ancora bene cosa succederà a quelle che erano in corso.
A questo proposito aspettiamo risposte anche dal CAI, la commissione per le adozioni internazionali: se qualcuno fosse in ascolto può scrivermi direttamente, perché ci sono molte famiglie rimaste nel limbo o desiderose di capire al meglio questo cambio di policy.
La decisione si lega ai temi che - bene o male - abbiamo già visto sulla questione delle pensioni: calo demografico, calo delle nascite (e tutta una serie di scandali sollevati dai media nazionali sul “sistema adozioni” che ha mostrato nel tempo clamorose lacune e gravissimi crimini).
La comunicazione è arrivata durante una conferenza stampa a Pechino, da parte della portavoce del Ministero degli Esteri Mao Ning, secondo la quale “a parte l'adozione di un bambino o figliastro da parte di parenti collaterali della stessa generazione e fino al terzo grado di parentela da parte di stranieri che arrivano in Cina, Pechino non invierà più bambini all'estero per l'adozione”.
“La prima adozione internazionale ufficiale approvata in Cina è stata nel 1985. Nel 1992, una legge ha formalizzato il processo, stabilendo il quadro che ha consentito alle famiglie straniere di arrivare in Cina per le procedure di adozione. Da allora, decine di migliaia di bambini cinesi sono stati adottati da famiglie straniere, per lo più dagli Stati Uniti”.
Secondo i media, “la sospensione del programma è stata in parte dovuta ai resoconti dei media secondo cui alcuni orfanotrofi avevano utilizzato mezzi illegali per sequestrare neonati e trasferirli ad agenzie di adozione straniere”. Per contrastare questo fenomeno, la Cina ha notevolmente rafforzato il processo di verifica per gli adottanti stranieri nel 2007, includendo un maggiore controllo degli stili di vita delle famiglie, oltre a imporre limiti di età e limitare le adozioni alle coppie sposate eterosessuali.
Xi Fuxian su Project Syndicate ha raccontato la storia delle adozioni, le caratteristiche e anche le problematiche (che forse sono alla base della decisione di sospenderle): “Quando si tratta di alleviare la grave crisi demografica che la Cina sta affrontando, proibire le adozioni internazionali di bambini cinesi equivale a una goccia nel mare. Tuttavia, la decisione del governo di farlo è significativa, poiché riflette un riconoscimento atteso da tempo che le persone non dovrebbero essere viste come un peso”.
Altre info qui: Wall Street Journal, Reuters, Guardian
Altre storie dalla Cina
Xi e Putin: again. Nei giorni scorsi “Wang Yi ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin a San Pietroburgo e i due hanno elogiato i legami tra i due paesi. Il ministro degli esteri cinese ha affermato che Xi ha “accettato con gioia” l'invito di Putin a partecipare al vertice BRICS nella città russa di Kazan in ottobre.
AI safety framework: era atteso e meriterà molto più spazio, ma intanto lo segnalo. La Cina ha presentato il suo Artificial Intelligence Safety Risk Governance Framework (人工智能安全治理框架). “Sicurezza”, forse la creazione di agenzie ad hoc, una posizione che nel tempo è cambiata. Il testo completo in cinese lo trovate qui. Per i primi approfondimenti e commenti (in cinese) qui e qui. Su come si è arrivati al framework, qui (in inglese).
Auto elettriche: vi segnalo l’ultima puntata di Altri Orienti su questo tema (ancora piuttosto caldo sui media internazionali)
2100: dormire a Nusantara
Nel libro “2100, come sarà l’Asia come saremo noi” (uscito il 3 settembre per Mondadori) c’è anche un capitolo sulle città, nel quale racconto la storia di Nusantara, la nuova capitale indonesiana. Bene, nei giorni scorsi Reuters, ha raccontato che “il presidente indonesiano Joko Widodo trascorrerà le ultime settimane del suo mandato nella nuova capitale del paese mentre emergono dubbi sullo sviluppo del suo megaprogetto da 32 miliardi di dollari”.
Per chi volesse il 18 presento il libro a Roma!
Altre storie dall’Asia
Sri Lanka: Namal Rajapaksa, figlio dell'ex presidente Mahinda Rajapaksa e nipote del presidente estromesso Gotabaya Rajapaksa, si candida alla presidenza dello Sri Lanka, due anni dopo la caduta politica della sua famiglia. Qui la storia
La Corea del Nord ha rivelato i dettagli di un impianto di arricchimento dell'uranio.
Jemaah Islamiyah, il gruppo estremista indonesiano legato ad Al-Qaeda, si sarebbe ufficialmente sciolto.
Il tasso di approvazione del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol è diminuito drasticamente da quando ha assunto l'incarico nel 2022.
A domenica prossima!
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Scusami, non capisco molto la risposta di Zichen Wang su come la Cina a suo dire sia rimasta ferma senza avanzare nuove richieste a seguito della sua crescita come potenza. Ma allora i problemi sul mar cinese meridionale, scontri con Filippine, isolotti diventati basi militari, altre basi militari in giro per il mondo, lo stesso sostengo alla Russia nella guerra di invasione, etc. come le spiega?