Effetto Tesla
Il Quotidiano del Popolo elogia Tesla (e la Cina): la cooperazione funziona. Poi: in Cina è aumentato il costo della vita: una insolita storia sulla guerra dei parrucchieri in Hunan
Set-list:
Effetto Musk
L’ultima volta di Xi e Biden
La guerra dei parrucchieri
Altre storie dalla Cina
Benvenuti alla nuova newsletter de Il Partito, politica in Cina e Asia.
Io sono un giornalista, lavoro a Chora Media, conduco due podcast “Altri Orienti” e “Fuori da Qui”. Ho vissuto a lungo in Cina e in Asia, dove ho fondato China Files. Provo a raccontare cosa succede in questi luoghi con la newsletter, con i libri, con dei video su Youtube. E pure qui su Instagram.
Effetto Musk
Questa newsletter è scritta da Pechino, dove sono tornato per un periodo (anche per questo arriva un po’ in ritardo oggi, nonostante il vantaggio del fuso: è molto difficile stare a casa quando si torna a Pechino :)
On ogni caso ci sarà tempo di condividere alcune riflessioni e percezioni. Per ora mi godo la bellezza di tornare nella città dove ho trascorso tanto tempo della mia vita, dove ritornerò l’anno prossimo e dove ho l’occasione di stare nelle zone dove ho sempre vissuto. Quindi per ora sono pieno di emozioni. Ma ho anche già avuto modo di scambiare qualche opinione e ne raccoglierò altre: è un periodo strano e straordinariamente interessante secondo me.
Proprio nei primi giorni del mio soggiorno pechinese a pagina 3 del Quotidiano del Popolo c’era un articolo su Tesla (ne ho viste veramente parecchie in giro per Pechino), auto elettriche, Cina e Stati Uniti. In tanti in quest’ultimo periodo, post vittoria di Trump, si sono chiesti se la relazione tra Musk e la Cina potrà in qualche modo influenzare l’approccio dell’amministrazione Trump bis verso Pechino.
Questo articolo prova a uscire in realtà dal “personaggio” Musk, inchiodandolo per lo più alla Tesla e ammantando di ottimismo le possibili cooperazioni tra Cina e Stati Uniti, proprio partendo dall’esempio di Tesla.
Qui alcuni passaggi (la traduzione è mia, l’articolo in cinese è qui). Intanto viene ricordato che proprio in questi giorni la Cina ha annunciato di aver raggiunto quota 10 milioni di auto elettriche prodotte (qui un articolo in cinese). E che all’ultimo Plenum sarebbero state date ampie rassicurazioni agli investimenti stranieri, essendo state eliminate le restrizioni nel settore manifatturiero.
Poi si legge che
Ad aprile 2018, il Segretario generale Xi Jinping ha annunciato di dover allentare prima possibile le restrizioni sugli investimenti stranieri nell'industria automobilistica. E tre mesi dopo Tesla ha annunciato la costruzione di una fabbrica a Shanghai, con un investimento totale di 50 miliardi di yuan e una capacità produttiva annuale pianificata di 500.000 veicoli. A gennaio 2019, la Gigafactory di Shanghai di Tesla ha cominciato a lavorare a pieno regime e già a dicembre la linea di produzione aveva rilasciato il primo veicolo.
Insomma Tesla ha cominciato a correre in Cina: questo ha creato come effetto primario la necessità di correre anche per i produttori cinesi, costrette ad accelerare sull’innovazione. E quindi il dato delle 10 milioni di auto prodotte in Cina qust’anno dimostra una cosa: che Tesla ha avuto modo di investire in Cina e lanciare la sua sfida. Che le case automobilistiche cinesi l’hanno raccolta, portando a loro volta tutto il settore automotive mondiale a dover accelerare.
Sviluppando capacità reali attraverso una concorrenza aperta, la Cina di oggi è diventata il centro industriale più attivo al mondo per l'innovazione tecnologica dei veicoli a nuova energia. Nel 2023, le esportazioni di automobili della Cina sono balzate al primo posto a livello mondiale, tra cui le esportazioni di veicoli a nuova energia hanno superato 1,2 milioni di unità, aumentando del 77,6% anno su anno.
Il “messaggio” arriva poi abbastanza dritto:
La cooperazione e il reciproco vantaggio sono la strada da seguire, mentre l'isolamento e l'esclusività sono vicoli ciechi. Solo attraverso la cooperazione win-win si possono realizzare cose fatte bene e su larga scala. Sfruttando i vantaggi della tecnologia e del brand, e sostenuta dal mercato di consumo cinese su larga scala, la sostanziale crescita delle vendite di Tesla ha guidato il rapido sviluppo dell'industria e delle catene di fornitura che stavano intorno. Oggi affidandosi al perfetto sistema di catena di fornitura della Cina e alle capacità di smart production la Tesla fa uscire in media dalla catena di montaggio di Shanghai un veicolo ogni 30 secondi. Nel 2023, la produzione della fabbrica cinese di Tesla ha rappresentato più della metà della sua capacità di produzione globale, di cui il 36% è destinato al mercato delle esportazioni. Il successo di Tesla nel mercato cinese è un processo di collaborazione reciproca ed è in grado di dimostrare i risultati della coesistenza armoniosa.
L’ultima volta di Xi e Biden
Insomma le voci che girano le sappiamo tutti: che Xi starebbe male, che avrebbe avuto un colpo abbastanza forte qualche settimana fa (quando girava la voce di un ictus). Come sempre non si capisce quanto ci sia di vero in tutte queste voci che però impazzano davvero. Eppure Xi è in Perù, a incontrare capi di Stato, a scrivere articoli per quotidiani locali, a incontrare per l’ultima volta Joe Biden.
E proprio sull’incontro con Biden oggi sul Quotidiano del popolo c’è un ampio articolo (qui il link in cinese, la traduzione di alcuni brani è mia).
”Xi Jinping ha sottolineato che negli ultimi quattro anni, sebbene le relazioni sino-americane abbiano attraversato alti e bassi, il dialogo e la cooperazione sono andati avanti e è stata raggiunta una stabilità generale. Abbiamo guidato i team di entrambe le parti per determinare alcuni principi guida per le relazioni sino-americane attraverso consultazioni e insieme abbiamo rilanciato il dialogo e la cooperazione tra i due paesi. Abbiamo ripristinato e stabilito più di 20 meccanismi di comunicazione nei campi della diplomazia. sicurezza, economia e commercio, finanza, finanza, militare. Risultati positivi sono stati ottenuti in settori quali il controllo al traffico di droga, l'applicazione della legge, l'agricoltura, il cambiamento climatico e le discipline umanistiche”.
Xi ha sottolineato sette aspetti, che suonano anche come “avvertenza” - a mio parere - per la presidenza Trump.
Uno: una corretta comprensione strategica. La “trappola di Tucidide” non è un destino della storia. La “nuova Guerra Fredda” non può essere combattuta o vinta. È imprudente e indesiderabile contenere la Cina, ancora di più pensare di riuscirci.
Due: essere fedeli alle proprie parole e risoluti nelle proprie azioni. La Cina mantiene sempre la parola data, ma se gli Stati Uniti dicono sempre una cosa e ne fanno un’altra, ciò sarà molto dannoso per l’immagine degli Stati Uniti e danneggerà la fiducia reciproca tra le due parti.
Tre: è fondamentale trattarsi da pari a pari. Negli scambi tra Cina e Stati Uniti, nessuno dei due paesi può trasformare l’altro secondo i propri desideri, né può sopprimere l’altro in base alla sua cosiddetta “posizione di potere”, né può privare l’altro dei suoi legittimi diritti di sviluppo. per mantenere la sua posizione di leaderhip.
Quattro: non dobbiamo mettere in discussione le linee rosse. La Cina e gli Stati Uniti sono due grandi paesi. È inevitabile che ci siano conflitti e differenze, ma non possono danneggiare gli interessi fondamentali dell’altro. Il principio dell’unica Cina e i tre comunicati congiunti sino-americani costituiscono la base politica delle relazioni bilaterali e devono essere rispettati. La questione di Taiwan, la democrazia e i diritti umani e il diritto allo sviluppo sono le quattro linee rosse della Cina che non possono essere messe in discussione.
Cinque: dobbiamo impegnarci di più nel dialogo e nella cooperazione. Nella situazione attuale, gli interessi comuni tra Cina e Stati Uniti non sono diminuiti, ma sono aumentati. Che si tratti di economia e commercio, agricoltura, controllo del traffico di droga, applicazione della legge, sanità pubblica, ecc., o di fronte a sfide globali come il cambiamento climatico, l’intelligenza artificiale o questioni scottanti a livello internazionale, la Cina e gli Stati Uniti hanno bisogno di cooperazione.
Sei: dobbiamo rispondere alle aspettative delle popolazioni. Lo sviluppo delle relazioni sino-americane dovrebbe sempre concentrarsi sul benessere dei due popoli e unire le forze dei due popoli. La Cina e gli Stati Uniti devono aprire la strada agli scambi scambi interpersonali e culturali tra i due paesi, rimuovere interferenze e ostacoli.
Sette: dobbiamo dimostrare la nostra responsabilità come grandi paesi. La Cina e gli Stati Uniti dovrebbero sempre considerare il futuro e il destino dell’umanità, assumersi la responsabilità della pace nel mondo, svolgere un ruolo positivo conducendo interazioni positive, senza costringere altri paesi a scegliere da che parte stare.
La guerra dei parrucchieri
Una cosa che si nota subito in Cina, rispetto al periodo pre Covid, è l’aumento dei prezzi. Costa tutto di più e i cinesi sono ovviamente particolarmente sensibili al tema e se ne parla molto. Su Xinjinbao (Beijing News) c’è un ampio articolo (qui il link in cinese) sul costo del taglio di capelli in una città dell’Hunan. A quanto pare una parucchiera di nome Xiaohua manterrebbe intatti i prezzi bassi, cioè 30 yuan per gli uomini e 45 yuan per le donne.
Ma secondo il resto dei parrucchieri si tratterebbe di dumping bello e buono, perché è un costo insostenibile per il settore, che ormai richiede costi alti e quindi tariffe piàù alte per i clienti. Ora, va detto che in realtà il prezzo di Xiaohua è molto simile a quello di tante altre città “minori”. Per Xiaohua i suoi prezzi (che l’hanno fatta diventare una star anche sui social) dipendono dalla sua capacità di assecondare le richieste dei clienti. In pratica, dice Xiaohua, se un cliente ha solo bisogno di un taglio, il prezzo può essere basso. Il problema, fa capire la parrucchiera, è che ormai il settore in Cina è esploso e molti parrucchieri propongono tagli e servizi costosi, che quindi diventano molto costosi anche per i clienti, anche per quelli che in realtà non avrebbero bisogno di servizi così costosi (cercando info sul web cinese ci sono molte storie di persone che attivano prestiti per tagliarsi i capelli, ad esempio).
In ogni caso, Beijing News ha compiuto diversi rilevamenti e ovviamente la media nelle metropoli, Pechino su tutte, è molto alta. Si va dai 300 yuan fino ad arrivare anche a quasi mille yuan.
La cosa interessante dell’ampio articolo è quello di indagare anche gli stipendi di chi lavora all’interno dei saloni: “Nonostante l’aumento del costo per tagliarsi i capelli, i rapporti di settore mostrano che dal 2020 gli stipendi di chi lavora nei saloni in realtà non sono cresciuti granché, con il 48,6% dei professionisti che guadagna un reddito mensile compreso tra 4.001 e 6.000 yuan. Gran parte del denaro che i consumatori pagano ai negozi viene effettivamente pagato per il costo del negozio stesso. Oltre all’aumento degli affitti, dei costi di acqua ed elettricità, ci sono poi gli stipendi”. Stipendi che rimarrebbero abbastanza bassi perché, stando a quanto dichiarato dai proprietari, la qualità del persone non si sarebbe alzata, anzi si sarebbe abbassata. Con l’aumento dei negozi si è ridotto il tempo di formazione del personale.
Altre storie dalla Cina
Brics+, “uno sguardo indietro all’ultimo summit”: un commento di Zhang Weiwei, direttore del China Institute dell'Università di Fudan e di Jin Canrong della Renmin University. Ecco alcuni estratti (l’articolo in cinese è qui, la traduzione è mia):
”Il mondo sta dando molta rilevanza alla possibilità che dal vertice di Kazan possa uscire il “BRICS Payment System”. Perché in tanti non vedono l'ora che questa eventualità possa diventare realtà? Perché negli ultimi anni tutti sono diventati sempre più consapevoli che si è abusato dell’egemonia del dollaro americano. Questa egemonia risale al dicembre 1944, quando gli Stati Uniti riunirono i paesi del campo antifascista di tutto il mondo per istituire un moderno sistema monetario incentrato sul dollaro. Questo sistema esiste da molto tempo, ma il problema attuale è che gli Stati Uniti abusano sempre più della propria egemonia, sanzionando altri paesi, manipolando i tassi di cambio a piacimento. Tutti adesso aspettano con ansia di vedere se c’è un’alternativa (…)
Oggi l’Occidente, guidato dagli Stati Uniti, sta diventando sempre più prepotente e ha sempre più “doppi standard” su molte questioni, mettendo i paesi non occidentali molto a disagio e spingendo i paesi del sud a unirsi; a sua volta il “sud globale” ha bisogno di una piattaforma: i Brics rispondono esattamente a questa esigenza; se ci sono insoddisfazione o nuove idee, ora c’è un posto dove esprimerle in modo completo”.Secondo omicidio di massa in una settimana. Notizia appena lanciata dal South China Morning Post (qui link in inglese): “Otto persone sono morte in un attacco con coltello nella Cina orientale, si tratta dell secondo omicidio di massa nel Paese in una settimana. L'accoltellamento, in cui sono rimaste ferite altre 17 persone, è avvenuto intorno alle 18.30 di sabato presso il Wuxi Institute of Arts and Technology nella città di Yixing, nello Jiangsu, circa 200 km a ovest di Shanghai.
Il sospettato, un ventunenne di cognome Xu che aveva studiato al college, è stato arrestato sul posto. I video che circolano sui social media da Wuxi mostrano la polizia entrare nella scuola con degli scudi e immobilizzare l'aggressore”.
Lunedì c’era stato un altro evento di questo genere: 35 persone sono state uccise sono state uccise da un'auto scagliatasi contro la folla nella città di Zhuhai, nella Cina meridionale.
A domenica prossima!
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