Eccellenza, Stablecoin, Iran "strategico" o no
I dilemmi e le problematiche dei giovani nel 2025, tra aspirazioni e dura realtà. In Cina si sta parlando molto di Stablecoin e yuan digitale. Ancora su Iran-Israele-Usa
Buongiorno, oggi vi propongo un articolo di Huxiu sulle aspirazioni dei giovani cinesi in un momento di rallentamento economico e problematiche occupazionali. Poi un focus sulle Stablecoin, di cui questa settimana, anche a seguito del “Genius Act” americano, si sta parlando moltissimo in Cina.
Infine torniamo sulla guerra Israele Iran alla luce delle ultime novità di stamattina (i bombardamenti americani) e in particolare sulla posizione cinese rispetto a Teheran.
La trappola dell’eccellenza
Contrariamente alle aspettative dei loro genitori e insegnanti, che vedevano un futuro assicurato da un'istruzione di alto livello, molti giovani oggi si trovano di fronte a un mercato del lavoro estremamente competitivo e sfidante, dove le vecchie “regole del gioco” sembrano non valere più.
Nel 2025, il primo gruppo di laureati universitari nati dopo il 2000 ha già messo piede nella società da tre anni. Erano l'orgoglio degli occhi dei loro genitori. Ma sono anche i giovani che dubitano del “modello” che per anni è stato il mantra: “se entri in una buona università avrai un buon futuro”. La realtà, infatti, li ha colpiti duramente: le regole del gioco che un tempo erano considerate oro colato, sono improvvisamente svanite. I diplomi 985 e 211 (quelli associati a programmi - il “985” e “211” appunto - che rappresentano l’elite dei laureati cinesi, ndr) non sono più una garanzia. C’è una generazione che ha scoperto a proprie spese di non poter avanzare di status attraverso la diligenza, la fatica e l’impegno come hanno fatto i loro genitori, né di trovare il proprio posto nella narrazione corrente dei “milioni di yuan di stipendio annuo” propagandata sui social media. Sono intrappolati nelle catene dell'“eccellenza”, sono in un vicolo cieco.
L’articolo poi si concentra su alcuni casi individuali.
Xu Lu ricorda ancora il giorno in cui ha ricevuto la lettera di ammissione all'università “211”. Suo padre era tornato a casa prima apposta, portando tutta la famiglia in un ristorante occidentale dove normalmente non avrebbero osato andare; lei era la prima universitaria della famiglia. Nella vetrina della scuola media della contea, la sua foto rimase appesa per un anno intero nella sezione "studenti eccellenti". Tre anni dopo, lavora in una società quotata a Pechino, in una posizione non tecnica, con uno stipendio annuo di 270.000 yuan (circa 32mila euro, ndr), tre volte il reddito di suo padre di 52 anni che lavora nella sua città natale di provincia. Ma l'apparentemente generosa retribuzione è suddivisa in salario base, bonus di performance e bonus di fine anno, e incentivi azionari che si concretizzano in quattro anni. Basta una frase del suo capo diretto, "il team ha bisogno di qualcuno che si assuma la bassa performance", per farle dimezzare, in quanto membro junior, direttamente il bonus di fine anno. “Nei giorni lavorativi non c'è tregua, uscire dall'azienda dopo le 22 è la norma, ma questo non significa che poi non si lavori ancora”. La sua firma su Feishu mostra perennemente il suo numero di telefono. Anche con la febbre alta e dolori in tutto il corpo, ha osato chiedere solo mezzo giorno di ferie, ha ritirato i farmaci in ospedale, è tornata nel suo appartamento condiviso con un affitto mensile di tremila yuan, e la sera...il rapporto del controllo medico annuale dello scorso anno è stato come una sentenza: noduli polmonari a vetro smerigliato, gozzo tiroideo sono diventati la crudele prova dello scambio di salute per denaro. Il ritmo di lavoro ad alta pressione l'ha spinta a voler cambiare lavoro, “anche se lo stipendio scendesse un po’”.
Poi nell’articolo viene raccontata la storia di Shen Xu, una giovane insegnante di scuola media in Cina, che si trova ad affrontare una realtà lavorativa estremamente difficile e logorante. A meno di tre anni dal suo ritorno a insegnare in una scuola del Fujian, Shen Xu è già stata in ospedale sette volte per problemi alla gola, arrivando a rischiare un intervento chirurgico alle corde vocali a causa dello sforzo vocale. Nonostante abbia solo dieci anni più dei suoi studenti, deve gestire questioni complesse come relazioni precoci, dipendenza da internet e persino conflitti familiari, sentendosi spesso frustrata dalla necessità di “alzare la voce per gestire gli studenti” e subendo persino insulti da parte degli alunni più indisciplinati.
La sua giornata lavorativa è interminabile: la sveglia suona alle 6 del mattino per essere a scuola prima delle 7 e supervisionare la lezione mattutina, e ha due lezioni serali a settimana che la tengono impegnata fino alle 21:30. La sua agenda è fittissima di impegni, tra riunioni di ricerca, lezioni aperte, giornate di ricevimento genitori e accompagnamento degli studenti a gare, e persino i fine settimana sono dedicati alla preparazione delle lezioni, alla correzione dei compiti e alle risposte ai messaggi del gruppo genitori. Nonostante l'enorme carico di lavoro, ha difficoltà a comprendere la sua complessa busta paga, che include una miriade di voci come stipendio base, bonus di performance e compensi aggiuntivi. Addirittura, ha ricevuto gli stipendi arretrati solo sei mesi dopo l'assunzione.
Poi ci sono le storie di Deng Wen e Jiang Fei, due giovani donne cinesi che affrontano le difficoltà del mercato del lavoro e la ricerca di stabilità nel settore pubblico.
Deng Wen, laureata con lode, dopo quasi un anno di tirocinio in un'azienda straniera, si è vista negare l'assunzione a causa di un blocco delle posizioni, perdendo così il prezioso periodo delle assunzioni autunnali. La successiva stagione primaverile è stata ancora più deludente, spingendola a prepararsi per l'esame di servizio civile. Questa scelta l'ha isolata socialmente, riducendo la sua vita a studio intenso e notti insonni. La svolta è arrivata nel 2023 quando, nella sua città natale, ha superato l'esame provinciale per una posizione specifica per la sua specializzazione. Tuttavia, una volta assunta, ha scoperto che la realtà non corrispondeva alle aspettative di stabilità; si è sentita “cambiare piscina per continuare ad annegare”, trovandosi in un ambiente con colleghi molto più anziani e discorsi che la facevano sentire fuori luogo, e la promessa di tornare nella sua contea è rimasta non mantenuta dopo due anni.
Jiang Fei, invece, all'inizio del 2024, si è licenziata da un'azienda privata senza un nuovo lavoro, cercando sollievo nella prospettiva di un posto pubblico stabile. Tuttavia, dopo un anno e mezzo di disoccupazione, ha tentato oltre dieci volte di superare concorsi pubblici senza successo, non arrivando nemmeno a un colloquio. Con meno di dieci giorni al prossimo esame, per soli tre posti e oltre settecento candidati, è consapevole delle scarse probabilità di successo. Affrontare esami fuori sede comporta costi significativi per trasporti e alloggio, un onere notevole per lei che non ha entrate. Nonostante ciò, ha già prenotato il biglietto del treno. Ora, il suo tono è meno determinato, e la sua priorità è diventata l'indipendenza economica, cercando un lavoro immediato prima di continuare a perseguire lentamente l'obiettivo di un posto nel settore pubblico.
La conclusione dell’articolo è piuttosto pessimista: “I nostri genitori, racconta una delle persone di cui Huxiu racconta la storia, credevano che “lo studio cambiasse il destino”, mentre questa generazione sta sperimentando che “lo studio è solo un biglietto d'ingresso per partecipare a un gioco ancora più crudele”. Dopo aver aperto il mondo con la chiave dell'istruzione, si scopre che dietro la porta ci sono innumerevoli altre porte da spingere. Nella corrente della storia, non sono disposti a essere “bestiame” addestrato, né possono accettare di “sdraiarsi” (con riferimento al movimento degli “sdraiati”, ndr).
(L’intero articolo lo trovate qui)
Stablecoin
Di seguito alcuni estratti o riassunti di articoli usciti di recente sul tema “stablecoin”. Premessa: una stablecoin è una criptovaluta progettata per mantenere un valore stabile, tipicamente ancorato a una valuta tradizionale come il dollaro statunitense. Il GENIUS Act (Guiding and Establishing National Innovation for U.S. Stablecoins) è la prima normativa federale per le stablecoin negli Stati Uniti. È stato approvato dal Senato degli Stati Uniti il 18 giugno 2025. Per dirla ancora più semplicemente: la stablecoin vale sempre la stessa cifra, di solito un dollaro statunitense. A differenza di altre criptovalute come Bitcoin, il cui valore sale e scende rapidamente, la stablecoin è progettata per rimanere stabile.
(Sul tema trovate una puntata di Black Box che spiega tutto in modo molto efficace)
In più, e da qui nasce l’attenzione cinese sul tema, la maggior parte delle stablecoin più popolari (Tether o USD Coin) sono garantite da riserve, una parte significativa delle quali è costituita da titoli di debito pubblico americano a breve termine, cioè obbligazioni emesse dal governo degli Stati Uniti. Il fatto che miliardi di dollari in stablecoin siano garantiti da debito americano rafforza indirettamente il ruolo del dollaro USA e del sistema finanziario americano nell'economia globale digitale.
(Dato che il tema non è dei più semplici ho provato a semplificare molto, perdonatemi nel caso avessi sottovalutato qualcosa di rilevante in nome della semplicità)
Ora vediamo che si dice in Cina.
In una recente conferenza, Li Yang, un importante studioso cinese di economia, ha raccontato come l'ambiente per la politica monetaria della Cina stia diventando sempre più complesso. Li ha messo in evidenza tre cose: domanda interna debole, stasi dei prezzi e aspettative pessimiste, contesto internazionale in rapida evoluzione con l'emergere delle stablecoin.
Li Yang ha specificamente sottolineato l'importanza cruciale delle stablecoin, in quanto sono le uniche criptovalute ad essere entrate nel processo legislativo. Questo fenomeno pone nuove sfide ai sistemi monetari e finanziari tradizionali, data la loro diversa base teorica e le loro caratteristiche operative. La Cina, pur adottando una politica monetaria tendenzialmente accomodante con tassi d'interesse in calo, vede il suo meccanismo di trasmissione monetaria ostacolato dalla mancanza di fiducia di residenti e imprese.
Per affrontare queste sfide, Li Yang ha suggerito diverse strategie, tra cui quella di partecipare attivamente alla riforma dei meccanismi di governance monetaria e finanziaria internazionale e di rispondere proattivamente allo sviluppo delle valute digitali e delle stablecoin.
In particolare, Li Yang ha evidenziato che mentre paesi come gli Stati Uniti (sotto l'amministrazione Trump) sembrano opporsi alle valute digitali delle banche centrali a favore delle valute digitali private, la Cina ha una posizione diametralmente opposta: promuove lo Yuan digitale (e-CNY) come valuta della banca centrale, ma non sostiene le valute digitali private. Ha ribadito che la diffusione globale di Bitcoin e stablecoin impone alla Cina di agire rapidamente. Con la recente decisione di istituire un Centro operativo internazionale per lo Yuan digitale a Shanghai, Li Yang si è detto fiducioso che la Cina non sarà in ritardo, e che la sua "cassetta degli attrezzi" politica si arricchirà per garantire la stabilità economica.
Anche Yang Tao, vice direttore del National Institution for Finance & Development dell'Accademia Cinese delle Scienze Sociali, ha pubblicato un articolo in cui analizza le opportunità e le sfide intrinseche delle stablecoin.
Di fronte al complesso scenario globale, ha scritto, “la Cina sta delineando una strategia multiforme”. Intanto, Yang ritiene che le stablecoin garantite da valute legali (emesse da un governo, come l'euro o il dollaro) siano ormai un'estensione della fiducia sovrana. Per questo, la Cina dovrebbe accelerare la legislazione sulle stablecoin nel breve termine, e a lungo termine, considerare una normativa più ampia sulle criptovalute. L'obiettivo è stabilire una “giurisdizione a lungo raggio” per la finanza basata su Web3 (un'evoluzione di internet con maggiore decentralizzazione e uso di blockchain, ndr), fondamentale per la sicurezza delle infrastrutture finanziarie cinesi.
In secondo luogo, la Cina dovrebbe concentrarsi, nel breve periodo, sulle stablecoin denominate in Renminbi (la moneta cinese), per affermarsi nel mercato globale di queste valute. Le riserve di tali stablecoin dovrebbero essere asset a basso rischio, come contanti in Renminbi, obbligazioni o lo Yuan Digitale (la valuta digitale della banca centrale cinese). Questo potrebbe avvenire attraverso emissioni onshore (all'interno della Cina continentale) in zone franche come Shanghai, con regole specifiche e meccanismi di "recinzione elettronica" (controlli digitali sui flussi di capitale) per monitorare i movimenti transfrontalieri. Per le stablecoin in Renminbi emesse offshore (fuori dalla Cina continentale) da istituzioni cinesi, oltre alle normative locali, dovranno rispettare i requisiti cinesi di gestione del rischio, delle riserve e del capitale, rivolgendosi a entità esterne. Anche Hong Kong, nel suo ruolo di centro finanziario internazionale, è vista come un'area strategica per le stablecoin in Renminbi offshore.
Infine, vi segnalo un articolo che lascia presagire un ruolo importante in queste discussioni di aziende cinesi.
Alcuni giganti di internet come Ant Group e JD.com hanno annunciato piani per richiedere licenze per stablecoin a Hong Kong e altrove, con l'obiettivo di supportare i loro servizi di blockchain per pagamenti transfrontalieri e gestione dei fondi. Anche altre entità, come Standard Chartered Hong Kong in joint venture con entities come Anhui Group e HKT, hanno presentato domanda per licenze di stablecoin ancorate al dollaro di Hong Kong.
Riassumendo molto il pezzo, “secondo Hui Ching-yu, Segretario per i Servizi Finanziari e il Tesoro di Hong Kong, le stablecoin devono risolvere problemi economici reali, non essere solo tecnologia. Sono cruciali per paesi in via di sviluppo con problemi di valuta e banche. Le stablecoin, pur private, richiedono rigorosa supervisione: emittenti con capitale adeguato, riserve pari o superiori al valore emesso e rimborsi rapidi”. L'interesse per le stablecoin a Hong Kong è legato anche all'internazionalizzazione del Renminbi. Le stablecoin in Renminbi offshore, regolamentate da Hong Kong, possono ridurre i rischi e migliorare l'efficienza dei pagamenti transfrontalieri, promuovendo l'uso globale della moneta cinese. Hong Kong è la scelta ideale per questi test, data la sua posizione di principale centro offshore del Renminbi.
Iran-Israele-Stati Uniti
Nel corso di questa settimana sono uscite molte analisi su quanto sta accadendo tra Iran e Israele. Ho notato una critica molto diffusa nei confronti della gestione degli ayatollah del paese da parte dei commentatori cinesi, che ne mettono in evidenza tanto la debolezza nei confronti di Israele, quanto quella interna. In particolare si sottolineano le problematiche nel creare un contesto di benessere, grazie a riforme economiche che non sono avvenute, e il regime oppressivo in termini religiosi (interessante, devo dire, questa critica sulla repressione da parte di analisti cinesi….). Vi metto qui alcuni link a proposito:
Di seguito invece vi presento un riassunto di un pezzo uscito il 17 giugno dal titolo: La situazione dell'Iran è giunta a un bivio. La scelta strategica della Cina sulla questione iraniana.
L’articolo divide il tema in 10 punti. Nel primo punto viene esaminata la strategia israeliana e americana che punta a colpire la capacità nucleare iraniana (strutture e scienziati) e la sua forza militare (leadership, produzione di missili e droni). A lungo termine, l'obiettivo è replicare i “modelli Libia/Siria”, cioè provocare un collasso interno del regime anti-americano e anti-israeliano tramite sanzioni, attacchi militari, infiltrazioni e sabotaggi, eliminando così la minaccia iraniana.
Negli altri punti si discute della strategia cinese: in pratica la Cina si trova in un intricato dilemma strategico riguardo al suo rapporto con l'Iran, un paese che, pur essendo membro di organizzazioni come l'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) e i BRICS, non ha mai pienamente abbracciato un allineamento strategico con Pechino, a differenza di Russia o Pakistan. Questa reticenza è attribuita all'orgoglio e al desiderio di autonomia del regime iraniano, nonché alla persistenza di influenti fazioni filo-occidentali al suo interno, che continuano a nutrire illusioni su una potenziale collaborazione con l'Occidente. Questa situazione di incertezza reciproca limita l'entità del supporto che la Cina può offrire all'Iran, anche a causa del timore di incorrere in sanzioni secondarie dagli Stati Uniti.
Insomma, o l’Iran rafforza la sua “fiduca strategica” nella Cina, la strategia di Pechino si modificherebbe di conseguenza: a quel punto l'Iran verrebbe percepito come un paese regionale di importanza per gli interessi cinesi, ma non più come un partner strategico contro l'egemonia americana. In questo caso, la Cina si aspetterebbe la protezione dei suoi interessi economici e la garanzia che l'Iran non si impegni in attività dannose per la sicurezza nazionale cinese, senza però che la stabilità o la permanenza al potere del regime iraniano diventino un obiettivo primario per Pechino.
A domenica prossima!
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